14 settembre 2016

Questo decisionismo (militare)

Non saranno quei 5000 soldati che l'ambasciatore Philips aveva chiesto all'Italia (democrazia sovrana ma senza esagerare), ma sono comunque qualche centinaio di parà italiani mandati in Libia a controllare la costruzione di un ospedale, per l'operazione Ippocrate.

Giampiero Gramaglia sul Fatto quotidiano:
"L'ospedale da campo di Misurata consentirà di effettuare interventi per codice rosso e trasfusioni e andrà a regime entro fine mese, assistendo fino a 50 pazienti al giorno: “Il lavoro preparatorio fatto ad agosto serviva per essere operativi al più presto”, dice il ministro, riferendosi forse ai commando sul terreno che hanno però contribuito anche ad indirizzare i raid aerei Usa contro i jihadisti. L’avvio della missione in Libia coincide con un momento delicato sul terreno, dopo che le forze del generale Haftar, vicine al parlamento di Tobruk e ostili al governo d’unità nazionale del premier al-Sarraj, hanno rivendicato la conquista di punti strategici della Mezzaluna petrolifera. 
Gentiloni giudica gli sviluppi “negativi perché danneggiano il processo di stabilizzazione”. Haftar ha miliziani “prevalentemente del Sudan e del Ciad arruolati, che si sono scontrati con le guardie delle installazioni petrolifere. Non è certo quali siti siano stati presi, ma la situazione è instabile” e, quindi, pericolosa. Si cerca di dialogare con il generale, in vista del prossimo appuntamento internazionale sulla Libia: la conferenza ministeriale a New York tra una decina di giorni. Per il ritorno alla normalità di Sirte, il governo italiano ha stanziato 500 mila euro per sminare l’area. 
Una volta Ippocrate era il giuramento dei medici, oggi il simbolo dell'ipocrisia con cui un governo informa a cose fatte (della serie prendere o lasciare) di un'operazione militare le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato
Forse è questa la stabilità e il sapere prendere le decisioni in fretta tanto auspicata dalle agenzie di rating, dall'ambasciatore, da JP Morgan quando sponsorizzano il si al voto referendario.

Che poi queste decisioni prese in fretta provochino disastri poco importa ai signori di sopra.
Del disastro in Iraq (che ci ha raccontato dal campo Riccardo Iacona l'altra sera) e in Libia mica se ne dovranno occupare Bush, l'ambasciatore, Blair o Cameron.
Dell'emergenza migranti, del terrorismo che è arrivato fin sotto casa.
E lo stesso discorso si può fare per la grande crisi finanziaria nel mondo di cui pure JP Morgan (e Fitch) hanno grandi colpe.
E così, come una barzelletta che non fa ridere, a Siena silurato l'ex AD Viola ritorna Morelli, braccio destro di Mussari che è stato pure multato da Bankitalia.

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