Oggi i magistrati egiziani torneranno in Italia, per un confronto coi colleghi italiani, sul caso Regeni (il ricercatore italiano ucciso a Il Cairo a fine gennaio).
Ancora non sappiamo cosa diranno né che materiale porteranno con se: sappiamo però che Giulio fu torturato per lungo tempo da persone esperte.
Il servizio di Presa diretta
ha raccontato dell'Egitto del dittatore Al Sisi dove come nel Cile di Pinochet si incarcerano e torturano persone sospettate di essere oppositori del regime.
Vediamo se oggi, nei confronti di questi investigatori, nei confronti del dittatore egiziano, i nostri giornalisti e i nostri politici avranno lo stesso zelo mostrato nel caso di Roma si sveglieranno dal loro torpore.
Vediamo anche che atteggiamento intenderà sostenere oggi il nostro governo, nei confronti di un alleato nella lotta al terrorismo nonché ottimo partner commerciale.
Perché non tutti i giornalisti e i cittadini dormono, come ha affermato il nostro presidente del Consiglio a Porta a Porta.
Qualcuno rimane vigile e ha pure buona memoria.
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