Se l'Italia investe poco in ricerca e
nei suoi ricercatori, costretti alla fuga, non è colpa dell'Europa.
Se in Italia abbiamo il fenomeno dei
cervelli in fuga, quei ragazzi bistrattati dal proprio paese, non
siamo colpa all'austerity.
Lo stesso discorso vale per le code
negli esami nei nostri ospedali pubblici: se per ottenere un servizio, che poi
è un tuo diritto, pagato con le tue tasse, sei costretto a pagare
una mazzetta, è solo colpa del sistema sanitario italiano, delle sue
clientele, delle sue anomalie.
La ricerca e le liste d'attesa nella
sanità: due macchie nel sistema Italia che sono anche un peso
nella nostra crescita, un costo per i cittadini, una zavorra che
affossa le nostre speranze di crescita.
Riccardo Iacona si era occupato di
ricerca fin dal 2005 col suo bel servizio W
la ricerca, dove raccontava le storie di giovani laureati
che solo all'estero hanno potuto mettere a frutto le loro competenze.
Giovani come Dario Farina, superato al
concorso da ricercatore da un altro candidato con meno titoli di lui
(ma forse con migliori amicizie), e che se ne era poi andato a
lavorare in Danimarca. Oggi è direttore di un istituto di neuro-riabilitazione a Gottinga.
Alessandra Lanzara, professoressa a
Berkeley, mentre in Italia lavorava in uno scantinato...
Sono tante le storie, troppe, che
raccontano di baronie, concorsi truccati e assenza di merito. Storie dove non sempre la magistratura riesce ad intervenire.
Una di
queste inchieste aveva toccato anche un
giudice della Corte Costituzionale, che si era adoperato per lasorte di un candidato in un concorso. L'inchiesta è
finita in prescrizione e nessuno ne ha parlato.
Questo per dire fin dove in alto si
spinga il malcostume delle raccomandazioni.
E poi c'è la questione dei tagli dei
fondi.
Nell'inchiesta i giornalisti di Presa
diretta hanno intervistato diversi ricercatori e scienziati, per
chiedere conto della situazione della ricerca oggi in Italia.
Giorgio Parisi (Fisico): stiamo
distruggendo la ricerca di base.
Elena Cattaneo (senatrice e
ricercatrice sulle cellule staminali): i fondi dallo stato che
riceviamo dallo stato sono briciole, è un sistema che cancella il
futuro.
Fernado Ferroni (pres istituto fisica):
l'italia non può vivere solo di eccellenze sparse ..
Anche l'assegnazione dei fondi all'IIT
di Genova, per il dopo Expo, ha suscitato polemiche da parte
della comunità scientifica e in particolare della biologa Elena
Cattaneo:
“Con un decreto legge infatti il
governo, invece di aprire il bando a tutti gli enti di ricerca, ha
scelto di chiedere un progetto di sviluppo a uno dei tanti,
l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), centro basato a Genova con
1.440 lavoratori.”
Se pensiamo di rilanciare il nostro
paese puntando solo su bonus, licenziamenti facili (per attrarre
investitori) e deregulation (come era lo Sblocca Italia, altra
inchiesta di Presa diretta), abbiamo sbagliato direzione.
Ogni anno circa 2000 ricercatori vanno all'estero e così perdiamo le nostre eccellenze.
A PresaDiretta, nell’inchiesta LA RICERCA TRADITA parla il mondo della scienza italiana. Quando capiremo che non si può uscire dalla crisi se non si sostiene la scienza con investimenti pubblici? E poi si torna a parlare di Sanità, delle lunghissime liste d’attesa che costringono i cittadini a rinunciare alle cure o addirittura a subire fenomeni di corruzione.LA RICERCA TRADITA. Perché di anno in anno, di governo in governo, i finanziamenti pubblici per la Ricerca non fanno che ridursi?A PresaDiretta un viaggio affascinante e doloroso nello stesso tempo, tra i giovani e bravissimi ricercatori italiani e i più importanti scienziati del nostro paese. Un viaggio non solo tra le speranze e le disillusioni, ma anche attraverso le scoperte, le intuizioni scientifiche e le idee. Per capire come mai le nostre Università e i Centri di Ricerca sono apprezzati nel mondo ma maltrattati nel nostro paese.D’altra parte la Ricerca va avanti con gli investimenti privati, ma diventa davvero concorrenziale e capace di produrre ricchezza solo quando è fortemente sostenuta anche dalla spesa pubblica. La maggior parte dei vicini europei lo ha capito da tempo, perché invece in Italia i finanziamenti sono ridotti al lumicino? Quanto ci costerà perdere generazioni di bravissimi ricercatori che si formano in Italia e poi trovano lavoro altrove? E quanto costerà all’economia nazionale perdere i frutti della ricerca, che vuol dire brevetti e investimenti industriali ad essi collegati? O perdere la possibilità di trasformare in prodotti e servizi le scoperte nel campo della medicina e delle scienze applicate?PresaDiretta è stata anche in Germania, un paese che negli ultimi 10 anni, anche nel pieno della crisi economica, ha continuato ad aumentare gli investimenti pubblici per la Ricerca.E infine, a PresaDiretta il progetto dello Human Technopole. Il grande polo scientifico per la Ricerca BioMedica che dovrebbe nascere a Milano, annunciato dal governo Renzi con un miliardo e mezzo in dieci anni di finanziamento, è la risposta che la scienza sta aspettando?
Le liste
d'attesa nella nostra sanità pubblica.
Chiedere un esame al nord o chiederlo a Salerno non è la stessa
cosa.
I tempi d'attesa sono estremamente diversi, per colpa di ritardi,
disorganizzazione e anche della corruzione.
Ci sono casi, di cui parlerà il servizio, di cittadini che sono
visti chiedere una mazzetta da 2000 euro per passare
avanti nelle liste.
La corruzione nella Sanità, oltre ad essere un peso per i cittadini
che non godono di un servizio (e magari rinunciano a curarsi, a fare
un esame), è anche un peso per i conti pubblici.
Quelli che dobbiamo tenere in regola per i vincoli fiscali europei e
per cui siamo poi costretti a mettere dei ticket e a tagliare i
fondi.
Il servizio racconta che, tra le aziende sanitarie italiane: una
struttura su 3 ha registrato fenomeni di corruzione e tra i settori
più sensibili al rischio corruzione ci sono proprio le liste
d’attesa: sono 11 milioni gli italiani che rinunciano alle cure a
causa di questo.
In Toscana il governatore Rossi
sta pensando di abolire l'intramoenia nella sanità:
“In sanità basta con la libera professione intramoenia, fonte di diseguaglianza e di corruzione. Bisogna fare una cosa davvero di sinistra: abolirla. D’incanto spariranno le liste d’attesa, mi ci gioco la faccia. L’idea è promuovere una legge di iniziativa popolare al Parlamento”.
Certo, il
rischio è veder uscire dal pubblico i medici migliori, che
potrebbero essere attirati dal privato (che però spesso lavora in
regime di convenzione col pubblico, rendendo sempre più difficile
stabilire il confine tra pubblico e privato.
La scheda del servizio:
LISTE D’ATTESA, un’inchiesta dedicata al più doloroso dei problemi della Sanità italiana.La lunghezza delle liste d’attesa negli ospedali e nelle strutture della Sanità pubblica ha prodotto un vero e proprio corto circuito. Ritardi, disorganizzazione, impossibilità di accedere alle cure, 8 mesi per una mammografia, 1 anno per una Tac. Gli ultimi dati Censis ci dicono che sono 11 milioni gli italiani che rinunciano alle cure a causa delle liste d’attesa troppo lunghe e dell’impossibilità di pagare una visita privata o in intramoenia. E nelle pieghe di un servizio pubblico che non riesce a far fronte alla domanda si annida inevitabilmente, la corruzione. I numeri dell’ultimo Dossier sulla Sanità dell’Istituto specializzato in corruzione “Transparency” sono inquietanti. Tra le aziende sanitarie italiane: una struttura su 3 ha registrato fenomeni di corruzione e tra i settori più sensibili al rischio corruzione ci sono proprio le liste d’attesa.PresaDiretta ha ricostruito l’inchiesta che la Procura di Salerno ha aperto sul sistema di corruzione nell’Ospedale Ruggi, dove il primario di neurochirurgia avrebbe fatto saltare le lunghe liste di attesa ai pazienti in cambio di denaro. Interventi salvavita in cambio di mazzette. A PresaDiretta testimonianze esclusive tra i pazienti che hanno pagato, i medici coinvolti nell’inchiesta e il personale ospedaliero.“LA RICERCA TRADITA” e “LISTE D’ATTESA” sono un racconto di Riccardo Iacona con Sabrina Carreras, Alessandro Macina, Massimiliano Torchia, Andrea Vignali, Marina Del Vecchio.
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