Sono tre i temi legati all'attualità
affrontati questa volta dall'ultima puntata di questa stagione di Presa diretta: i migranti, da cosa scappano e cosa trovano qui in
Europa; il candidato alla presidenza americana Donald Trump, chi è e
perché piace agli americani; le discriminazioni che le donne
subiscono nel mondo del lavoro.
Sulla pelle dei migranti
Da cosa scappano
queste persone, cosa si lasciano alle spalle. Cosa si aspettano di
trovare venendo qui in Europa dopo un viaggio di migliaia di
chilometri dove mettono a rischio la loro vita. E cosa trovano invece
nella civile Europa.
Tra le cause dei
questo fenomeno di massa le guerre, le carestie, la fame, lo sfruttamento
delle materie prime dalle multinazionali straniere, regimi corrotti.
E anche il terrorismo.
La nostra
ipocrisia ci fa solo rispondere con un aiutiamoli a casa loro,
blocchiamoli prima che sbarchino sulle nostre coste, ora che la pista
balcanica è stata bloccata dai muri eretti dai governi, nel silenzio
europeo.
Dei migranti ci occupiamo solo dopo le tragedie in mare: solo nel 2015 sono stati salvati in operazioni di salvataggio coordinate dalla guardia costiera 153 mila migranti, di cui 21 mila donne e 16 mila bambini.
Ma a parte questo, si fa veramente poco per quanto riguarda l'integrazione nei nostri paesi. L'esempio tedesco che punta su istruzione lavoro retribuito (di cui si era occupata Report ) rimane un rimasto un caso isolato (e vedremo quanto andrà avanti con la spinta delle destre e dei partiti anti-europeisti).
Negli altri paesi, come in Italia, il nulla: come per l'accoglienza che rimane sulle nostre spalle, non si riesce ad arrivare ad un piano europeo, a nessuna solidarietà europea.
Dei migranti ci occupiamo solo dopo le tragedie in mare: solo nel 2015 sono stati salvati in operazioni di salvataggio coordinate dalla guardia costiera 153 mila migranti, di cui 21 mila donne e 16 mila bambini.
Ma a parte questo, si fa veramente poco per quanto riguarda l'integrazione nei nostri paesi. L'esempio tedesco che punta su istruzione lavoro retribuito (di cui si era occupata Report ) rimane un rimasto un caso isolato (e vedremo quanto andrà avanti con la spinta delle destre e dei partiti anti-europeisti).
Negli altri paesi, come in Italia, il nulla: come per l'accoglienza che rimane sulle nostre spalle, non si riesce ad arrivare ad un piano europeo, a nessuna solidarietà europea.
E nessuna risposta
europea comune nei confronti della guerra in Siria, con lo
scambio di accuse tra le diplomazie americane e russe dopo il
fallimento della tregua.
Sulla pelle dei
migranti di gioca una battaglia politica, essendo usati come
strumento di propaganda dai partiti della destra xenofoba del “prima
i nostri”. E con cui i governi eletti devono fare i conti, in
Francia come in Germania. E anche in Italia: l'inchiesta “mafia
capitale” ci ha raccontato degli affari criminali fatti sulla
pelle dei migranti, da cooperative bianche e rosse, gruppi mafiosi,
con agganci politici molto in alto (“se parlo del Cara di Mineo
cade il governo” - Buzzi ai magistrati che indagavano sull'appalto del centro di accoglienza).
Sulla pelle dei
migranti si stanno innalzando muri, si sta sgretolando quel poco di fiducia nell'Unione Europea ancora in piedi, stiamo perdendo di vista i nostri
valori. Stipuliamo accordi con le peggiori dittature vicino a noi,
che usano i migranti come arma di ricatto. Prima era Gheddafi, ora
sono Al Sisi e Erdogan.
La storia, recente
e passata, non ci ha insegnato nulla.
La scheda della
puntata:
SULLA PELLE DEI MIGRANTI. L'esodo di massa delle popolazioni che fuggono dalle guerre e dalla povertà mette alla prova la tenuta dell'Unione Europea , che rischia di implodere travolta dalle contraddizioni. Le preoccupazioni elettorali dei governi, il populismo che fa sempre più breccia nell’est europeo, il terrorismo che arriva nelle nostre città. Ce la farà l’Europa a reggere la forza l’urto di chi la vuole trasformare in una fortezza e alzare Muri lungo confini spariti da decenni?Un viaggio dentro il sistema d’accoglienza dei profughi nel nostro paese, da nord a sud, tra eccellenza e criticità, dall’accoglienza diffusa ai ghetti. Per scoprire che nell’Europa dei Muri l’Italia è diventata un grande carcere a cielo aperto. E poi un viaggio tra Grecia e Turchia per andare a vedere da vicino gli effetti dell’accordo Ue Turchia per fermare i barconi dei profughi. A sei mesi dall’accordo con il quale la Turchia è diventata il poliziotto d’Europa, cosa sta accadendo per davvero?
“Orgogliosamente stretto alle mie armi e la mia Bibbia”, dice il cartello sotto la cassa di un’armeria di New Orleans (foto presa al link). |
Donald Trump.
Questa sera a New York ci sarà il primo confronto tra i due
candidati alla presidenza, Hillary Clinton e Donald Trump. Se il
confronto si fermasse sul terreno politico, sui temi di politica
interna e di politica estera non ci sarebbe partita.
Ma Donald Trump durante le primarie è stato capace di ogni colpo
basso contro gli avversari e non ne risparmierà nemmeno con la
Clinton.
Chi è Donald Trump, da dove deriva la sua fortuna e qual è il suo
elettorato? La crisi finanziaria, l'erosione della classe media da
parte delle politiche liberiste, la paura del terrorismo: c'è questo
tutto dietro la fortuna di Trump che, fino a ieri, era più famoso
come personaggio televisivo che come politico.
L'americano che viveva col sogno della frontiera, del cielo sempre
libero dalle nuvole e che all'improvviso scopre che i suoi figli
avranno meno opportunità vede in Trump il politico che dice le
parole che vuole sentirsi dire.
Contro gli immigrati, contro i musulmani, i messicani, le donne …
E anche il diritto alla difesa personale: Liza Boschin è andata
negli stati del sud per incontrare il suo elettorato, che col fucile
in braccio si aspetta la vittoria di Donald Trump, uno che è fuori
dal sistema, uno che farà l'America grande ancora... Sull'Huffingon
post un'anticipazione:
Diritto di possedere armi, diritto di portarle con sé, diritto di usarle per auto difesa e, ovviamente, diritto di produrle e venderle liberamente. Questo è quello che protegge la NRA, National Rifles Association, una delle lobby più potenti degli Stati Uniti. Alla convention annuale, la NRA ha ufficialmente appoggiato la candidatura di Donald J. Trump per la corsa alla Casa Bianca.
“Donald Trump” è il reportage che vedremo lunedì alla 21.10 su Rai3 nell’ultima puntata della stagione autunnale di Presadiretta. L’inviata Liza Boschin ha viaggiato negli Stati Uniti per vedere chi sono gli americani che voteranno Trump e perché. Chi è davvero l’uomo che ha ingaggiato la sfida politica del secolo per diventare il prossimo presidente americano?“Dobbiamo stare uniti contro Hillary Clinton, perché a Novembre si decideranno le sorti del Secondo Emendamento”, ha dichiarato il direttore esecutivo Chris Cox. Se il Primo Emendamento sancisce la liberta di religione, parola e stampa, per gli americani la seconda cosa più importante è la certezza di poter avere una pistola in tasca.
Ma il Secondo Emendamento è stato sotto scrutinio della Corte suprema molte volte. L’ultima nel 2008, quando i nove giudici hanno votato cinque a favore e quattro contro il diritto di portare e possedere armi. Il giudice che ha fatto da ago della bilancia è morto quest’anno e il nuovo presidente nominerà il suo successore.“La Clinton ha già detto che nominerà qualcuno che potrà ribaltare questa decisione. E quindi, ecco perché tutti noi voteremo per Trump.” Dice Daniel Zeleka, avvocato e presidente della Louisiana Shooting Association.
“Ho trovato il mio primo fucile sotto l’albero di Natale a nove anni, e sono un appassionato di armi automatiche”, racconta davanti alla parete di fucili a pompa e semiautomatici di un’armeria della Louisiana.
“Giro sempre armato. Eccetto quando vado in posta o in tribunale, dove è vietato portare armi. Da qualsiasi altra parte - che sia il centro commerciale o il supermercato - io voglio la libertà di portare la mia pistola e di difendere me stesso e la mia famiglia.”Barrett Kendrik invece è un istruttore ufficiale NRA. Sposato con due bambini piccoli, la sicurezza delle armi la interpreta cosi: “Ogni anno negli Stati Uniti muoiono circa 3500 persone affogate. Quasi sempre in piscine. Mica elimineremo le piscine, no? Insegniamo ai bambini a nuotare! Allo steso modo voglio insegnare ai bambini a sparare. Con i miei figli ho iniziato con un fucile calibro 22 ad esempio.”
La scheda della puntata:
DONALD TRUMP A PresaDiretta un reportage dagli Stati Uniti per capire chi è davvero l’uomo che ha ingaggiato la sfida politica del secolo per diventare il prossimo presidente americano, Donald Trump. Da dove viene davvero la sua ricchezza e quanto è solido il suo patrimonio, quali sono le sue reali convinzioni politiche e cosa c’è nel suo programma, quali sono i retroscena nella sua vita privata e chi sono i suoi elettori. Un ritratto a 360 gradi dell’America che potrebbe portare Donald Trump alla Casa Bianca.
Differenze di
genere.
L'articolo 3 della nostra Costituzione recita: “tutti i
cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla
legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione,
di opinioni politiche [..] E' compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale , che limitano di fatto la
libertà e l'eguaglianza dei cittadini ..”.
Dunque, se ci sono delle discriminazioni nel mondo del lavoro nei
confronti delle donne, è compito delle nostre istituzioni (il
Parlamento, il Governo, le regioni..) rimuoverle affinché queste
differenze di genere scompaiano.
Perché se sei donna in Italia, a parità di mansione, guadagni meno.
Se sei donna hai spesso un salario inferiore a quello di un uomo a
pari mansione. Nel sud d'Italia poi, solo una donna su tre lavora.
Assieme alla corruzione, all'evasione, alle mafie, alla ricerca
tradita, un'altra zavorra che impedisce lo sviluppo del paese.
La scheda della puntata:
DIFFERENZE DI GENERE Un racconto a tinte forti della piaga della disoccupazione e dello sfruttamento femminili sul lavoro e del divario salariale tra uomo e donna nel nostro paese. L’Europa ci bacchetta, ma l’Italia è ancora un paese dove una donna su due non lavora. Dove troppe mamme escono dal mercato del lavoro per non rientrarci più. Dove, nonostante ci siano 155 laureate ogni 100 laureati maschi, man mano che si sale nella scala gerarchia di un’azienda le posizioni apicali femminili calano. Perché se sei donna, a parità di mansione, guadagni meno?? Una vera e propria zavorra per la ripresa economica nazionale.
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