28 settembre 2016

Comprarsi il consenso

Questo governo, di fronte alle prove che si troverà di fronte, aveva due scelte: convincere i cittadini sulle sue scelte (le politiche sul lavoro, i bonus, gli 80 euro, ..) oppure comprarselo il consenso.
Da quello che ho capito, ha scelto la seconda strada.

Questo spiega l'aver tirato fuori il progetto del Ponte sullo stretto in un momento in cui chiediamo all'Europa maggior deficit e si annunciano altri tagli alla sanità.
Questo spiega il tour elettorale in Sudamerica del ministro per le pari opportunità per vendere la riforma agli italiani che voteranno per il referendum dall'estero.

Avrebbe potuto, la ministra, interessarsi al servizio di Presa diretta che lunedì sera raccontava delle donne maltrattate al sud: paghe da fame, lavoro nero, soprusi e ricatti.
Perché al sud, dove pure il PD amministra regioni e comuni, o accetti questo schiavismo (lavori da uomini e stipendi da donne) o niente.

Anche il ministro Martina, che si occupa di agricoltura, avrebbe potuto commentare il servizio, che mostrava donne costrette a stare in piedi per 10-12 ore, per pochi euro all'ora, a selezionare l'uva. Tanto nessuno controlla queste braccianti.
E invece, mentre la boschi era in Argentina a lodare la fine del bicameralismo, Martina era a Milano a lodare il piano per il dopo Expo, l'insediamento nella sede dell'Expo dell'istituto IIT. In tempo di tagli alla ricerca, il governo darà fondi pubblici ad una fondazione di diritto privato per creare questo polo.

Un commento sul servizio (della settimana scorsa) di Presa diretta dove si parlava dei tagli alla ricerca e dei malumori nel mondo accademico per aver affidato ad un solo ente (lo IIT di Genova appunto), senza bando, senza gara aperta, il progetto del dopo Expo (è solo passato un anno)?

Allo stesso modo potremmo parlare di come i soldi investiti negli sgravi per le assunzioni, i soldi per i bonus, gli 80 euro avrebbero potuto essere impiegati in modo migliore.
Si poteva andare ad affrontare questi problemi: il mondo del lavoro, le discriminazioni, la ricerca tradita, i 600 mila euro che mancano per i centri di accoglienza, la prevenzione contro le calamità naturali, una riforma della giustizia che faccia funzionare il sistema e che non la ingolfi (e uccida i processi con la prescrizione).

Molto più facile comprarselo il consenso, allora. 
Dare i bonus a pioggia è molto più facile, come ingraziarsi i costruttori, le multinazionali del web (la Web tax che fine ha fatto?) e le nostre aziende di Stato (come l'Eni in Egitto).
Tutta gente che vota. 

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