Due i temi affrontati nella terza puntata di Presa diretta: lo stato dell'Inps sui conti e sulle nostre (future) pensioni e la vera guerra all'Isis.
L'anteprima della puntata: Il diritto alla pensione.
L'anteprima della puntata: Il diritto alla pensione.
I bilanci dell'Inps si chiudono in
perdita per il quarto anno di fila: ci sono amministrazioni che non
pagano i contributi, poi ci sono anche i privati. Così Boeri ha
deciso di correre ai ripari.
La Guardia di Finanza a Enna ha
scoperta una truffa all'Inps di un imprenditore che assumeva in modo
fittizio dei dipendenti che poi andavano in malattia o in maternità
o in disoccupazione prendendosi i sussidi.
Una truffa da più di 3 milioni di
euro: fondi che altri lavoratori hanno versato, veri lavoratori.
L'imprenditore Bilardi nega
tutto, al telefono: si vedrà al processo, dice. E dei suoi
lavoratori dove sono le carte, gli stipendi?
Una di queste lavoratrici, intervistata, racconta che questo genere di truffe, in Sicilia e
in sud, sono una specie di welfare per le persone senza lavoro e
senza altri sostegni.
Però è anche vero che fino a quando ci saranno queste truffe,
ogni riforma del welfare sarà inutile: ecco perché Boeri si è
inventato la vigilanza documentale, per controllare “i furbetti”
del lavoro.
Contro i casi di lavoro fittizio, che sono concentrati in
Campania, Lazio e Lombardia.
Contro l'abuso degli incentivi per il bonus
del Jobs act (le aziende che hanno licenziato e poi assunto il
dipendente..).
Con questi controlli incrociati si arriva presto alla cifra di un
miliardo di risorse recuperate: perché non si è fatto prima?
L'anteprima sulla
guerra all'Isis.
Due brutte notizie, sulla guerra:
l'accordo tra le grandi potenze sul dopo Assad non c'è, la Turchia è
entrata col proprio esercito in Siria per combattere i curdi siriani. Non l'Isis.
Dobbiamo capire la guerra, per capirne
le sue ragioni. Perché l'Isis ci combatte e quali sono le sue
conseguenze politiche in Europa?
Cosa è rimasto della giusta
pensione?
Nel 2023 il buco nei conti dell'Inps
sarà di 53 miliardi, spiega Boeri.
Che ne sarà di quella che una volta
era chiamata la giusta pensione?
Il servizio di Presa diretta è partito
da Mauro, il panettiere che pensava di andare in pensione anni fa,
ma ha scoperto che non potrà smettere prima del 2019.
Il suo non è considerato un lavoro
usurante: il lavoro è un diritto alla fine della sua corsa – dice
Mauro.
Ha calcolato in 812 euro, la cifra che
gli verrà versata dall'Inps.
Anche Mario ha 61 anni e non può
andare ancora in pensione: fa il muratore e anche questo non è considerato
lavoro usurante. Andrà in pensione a 67 anni ..
Grazie alla legge Fornero,
questi ultra sessantenni sono costretti a continuare a lavorare: e proprio su
questa fetta di lavoratori si concentrano una buona parte degli
incidenti.
Nemmeno trattare pezzi in metallo
vicino al forno, è considerato lavoro usurante, come succede a Giuseppe che dovrà
lavorare altri sei anni.
Dopo il dramma degli esodati anche
questo è un altro problema della riforma Fornero: tratta allo stesso
modo lavoratori di categorie diverse. Persone come Mario e Giuseppe
finiti dentro la gabbia del lavoro.
Il governo allora ha ideato il meccanismo
dell'APE, l'anticipo pensionistico, che andrà in vigore con la
legge finanziaria del 2017.
L'anticipo pensionistico permetterà di
andare in pensione in anticipo fino a tre anni, grazie ad un prestito
con la banca, da restituire negli anni.
Con tre anni si arriva a 150 euro al
mese, nell'ipotesi che lo Stato si accolli gli interessi bancari e il
costo della polizza. Altrimenti potrebbe non essere conveniente.
Rosario Trefiletti, presidente
Federconsumatori ha fatto una previsione del genere: il
pensionato dovrebbe pagare ogni mese 221 euro, per il mutuo
ventennale.
Su pensioni basse, è una cifra che
pesa.
Una soluzione fattibile? Modificare la
Fornero, sostiene Trefiletti.
Anche Boeri, pur riconoscendo come
buono l'intervento del governo, ammette che le rate del mutuo
potrebbero creare pensionati poveri.
Ci sono poi i liberi professionisti,
che non dovrebbero godere dell'Ape, e che saranno costretti a rimanere
al lavoro più a lungo con pensioni basse.
Ma il problema dei liberi
professionisti è quello dei giovani lavoratori: avranno delle
prestazioni che saranno del 25% più basse rispetto a quelle delle
generazioni bassate.
Anna Cossu, presidente dei free
lance ha proposto l'introduzione di una pensione di base, che si
cumuli con la pensione maturata. Con quali soldi? Con quelli delle
super pensioni, le persone andate in pensioni non avendo versato
cifre corrispondenti.
I professori in pensione col
contributivo prendono una pensione superiore dell'11% di quella dei
colleghi andati in pensione col contributivo.
I magistrati prendono 3200 euro in più (retributivo nei confronti del contributivo).
I prefetti prendono pensioni del 40% in
più rispetto al contributivo, poi ci sono i lavoratori dell'Enel, i
telefonici,..
I baby pensionati della scuola:
persone andate in pensione dopo 11 anni di lavoro, a 36 anni. Uno
scandalo, ammette un'ex insegnante: era una fabbrica per il consenso,
perché poi gli insegnanti votavano anche.
I baby pensionati oggi sono 530mila,
concentrati al nord, costano 9,5 miliardi, una cifra su cui si
potrebbe intervenire, prima che i conti dell'Inps peggiorino
in modo irrecuperabile.
Fino al 2023 si creerà un buco patrimoniale da 53 miliardi: il buco è dell'Inps ma in realtà è dello Stato italiano.
Fino al 2023 si creerà un buco patrimoniale da 53 miliardi: il buco è dell'Inps ma in realtà è dello Stato italiano.
Renzi avrebbe potuto fare di più? Il
giornalista del Sole 24 ore Pavesi racconta che si sarebbe potuto
fare di più, sulle pensioni d'oro.
Nel bilancio mancano soldi anche perché
la gente non paga: ci sono crediti saliti a 124 miliardi, soldi da
incassare, spesso da enti pubblici.
Se si continua così, a non versare
contributi, diventerà una bomba sociale: solo in Sicilia ci sono
40ml di euro di contributi evasi, colpa della crisi finanziaria,
anche.
L'intervista con Tito Boeri.
L'evasione rischia di bloccare le
future pensioni? Le persone si devono preoccupare dei conti dello
Stato. Il vero problema è l'equità del sistema: ci sono persone che
prenderanno più di quanto versato, potremmo chiedere a loro un
contributo, per fare qualche operazione di redistribuzione, concedere
della flessibilità in uscita.
Il professore Cersosimo: assessore in
Calabria, non eletto, prende un vitalizio da 3200 euro l'anno, sin da
ora perché ha versato 45mila euro, per poterlo ricevere subito.
Un privilegio assurdo, in una regione
dove un consigliere, Sarra, prende pure una pensione di invalidità,
mentre gioca a pallacanestro assieme all'ex presidente della regione.
Pensione e vitalizio, che viene
revocato solo dopo una condanna definitiva.
I vitalizi sono stati aboliti, ma non
in modo retroattivo: ogni mese la regione Calabria paga
583mila euro, una bella cifra.
In Puglia sono 208 gli ex
consiglieri che si prendono il vitalizio: se la loro pensione fosse
ricalcolata col contributivo si risparmierebbero 10 ml di euro, con
cui si potrebbe finanziare una sorta di reddito minimo...
L'intervista al sottosegretario
Nannicini.
L'anticipo pensionistico varrà per tutti: sia per gli artigiani, commercianti, liberi
professionisti.
Non ci sono
garanzie, sarà tutto coperto da un'assicurazione, il cui costo non
sarà a carico del governo.
I redditi bassi
avranno delle tutele, grazie a dei bonus fiscali messi dallo Stato.
Per chi lavora, si
parla di 50-60 euro al mese per un anno di anticipo: questa la cifra
data dal sottosegretario.
Ci si è rivolti
alle banche perché la cifra da impegnare, 7 miliardi, era
importante. Ci saranno altri
interventi, come un bonus per le pensioni basse.
Perché si è
preferito non agire sulle pensioni alte? Si rischiava di tagliare su
storie di pensioni con tanti anni di contributi alle spalle.
Una strada non
praticabile, ha concluso Nannicini.
La vera guerra dell'Isis
Dopo il Bataclan, la sensazione è che la lunga scia degli attentati non è
destinata a finire presto: l'unica strada è comprendere, chi sono
questi dell'Isis, cosa vogliono quando ci attaccano sulle nostre
strade?
Il viaggio di Presa diretta è partito
da Nizza, con l'attentato lungo la promenade: l'autista puntava le
persone, ha raccontato un testimone.
Dove l'attentatore è stato ucciso, la
gente inizia a gettare rifiuti: Boulel si era radicalizzato da poco,
ha raccontato il ministro dell'Interno, gli investigatori hanno
trovato poca roba.
Secondo i vicini non era nemmeno un
buon musulmano: “ma i politici dicono che era un terrorista”.
I quattro presunti complici, arrestati
dalla polizia (che prima ha fatto irruzione nella casa sbagliata)
sono stati poi scarcerati. Uno di questi era solo un trafficante di
prostitute.
Nel quartiere musulmano di Nizza la
condanna dell'attentato è chiara: condanna che parte fin dalla
Moschea, basta attentati. D'altronde parte dei morti erano proprio
musulmani, molti dei quali bambini.
L'espressione “rapida
radicalizzazione” è sbagliata: il messaggio che sta passando è
che è stato un attentato di matrice islamica, per essere poi
strumentalizzato.
Sarkozy ha accusato il prefetto perché
avrebbe dovuto tener chiusa la moschea.
Il Front National accusa gli islamici
ma dimentica le morti musulmane.
Nell'opinione pubblica
terrorista=islamico.
Chiudere le frontiere.
Controllo nelle moschee.
Grazie italiani che ci avete mandato
tutti questi immigrati..
Nella Pontida francese si ritrova il
Front National: è in continua crescita, specie dopo gli
attentati a Parigi e ora a Nizza.
Marine Le Pen potrebbe essere il
prossimo presidente: l'arma contro il terrorismo è il voto – dice
– con cui cacciare questo governo debole.
La Repubblica non riconosce alcuna
comunità: la repubblica è sotto attacco dall'islamismo, che è
contrario ai nostri valori … Noi scegliamo l'ordine e la
repubblica.
Le Pen guarda agli inglesi con la
Brexit, con la scelta di indipendenza (ma solo per le regole, perché
l'Inghilterra vuole rimanere nel mercato unico).
Viva la Repubblica, viva la Francia …
Le Pen rappresenta bene cosa sono i
partiti populisti in Europa: come Salvini in italia e AFD in
Germania. Ad ogni attentato aumenta il loro consenso.
Un bel risultato per gli estremisti che
vivono a Raqqa, che condizionano così la nostra politica.
La situazione in Iraq.
A Bagdad la situazione qual è?
La città è sotto assedio, ci sono posti di blocco dappertutto, muri
che spaccano la città, contro i kamikaze dell'Isis.
Ma gli attentati continuano lo stesso,
per le autobomba nei quartieri sciiti.
L'obiettivo dei terroristi sono proprio
i civili: uomini donne e bambini.
Ma anche la polizia è nel mirino
dell'Isis: il capo della polizia vive in un fortino, per evitare
attentati con autobomba.
“Sono tredici anni che si avanti
così, con attentati: l'Europa dovrebbe fermare i finanziamenti
all'isis da parte dell'Arabia Saudita”.
Il capo della polizia continua: “Gli
americani hanno peggiorato la situazione in Iraq e anzi continuano ad
aiutare i terroristi, collaborando i paesi che li finanziano, come la
Turchia e l'Arabia”.
Sono parole pesanti quelle del capo
della polizia: in Iraq la pensano tutti così, sugli americani.
Gli stranieri hanno smantellato lo
Stato e non sono stati capaci di costruirne uno nuovo.
Iacona ha intervistato un oppositore di
Saddam, finito ad Abu Ghraib per tre anni: in questa prigione ha
conosciuto i futuri capi dell'estremismo islamico, poi finiti in Al
Qaeda.
Appena gli americani hanno sciolto
esercito e polizia, mettendo migliaia di persone nella condizione di
dover scegliere di andar via o di combattere contro l'invasione.
La svolta per Al Qaeda è stata con
l'arrivo di Al Zarqawi, poi ucciso da un attacco americano nel 2006:
tra gli attentati organizzati anche quello contro la base italiana a
Nassiriya.
È lui che ha inaugurato il rituale
delle decapitazioni poi trasmesse nei video.
È stato Al Zarqawi il vero
fondatore dello Stato islamico: è lui che ha deciso di colpire
vicino, non lontano a New York, puntando alla conquista di territori
qui in Iraq. Il loro obiettivo è qui, logorare lo
stato iraqeno: colpiscono in Europa solo per scoraggiare l'intervento in
medio oriente (e creare un clima di ostilità verso i musulmani).
In Iraq stiamo rischiando una guerra civile, tra le tante milizie armate, sciite e sunnite, pronte ad intervenire. Che poi è l’obiettivo preciso dell’ISIS, fare esplodere l’Iraq in mille pezzi e così destabilizzare l’intera Regione.
In Iraq stiamo rischiando una guerra civile, tra le tante milizie armate, sciite e sunnite, pronte ad intervenire. Che poi è l’obiettivo preciso dell’ISIS, fare esplodere l’Iraq in mille pezzi e così destabilizzare l’intera Regione.
Ad
ogni attentato trema il governo iraqeno, anche perché la classe
politica che ha sostituito Saddam è tra le più corrotte della
regione.
“In
Iraq non abbiamo uomini di Stato ma ladri mafiosi” - racconta un
giornalista: in Iraq c'è il problema dell'acqua, la corrente non
arriva.. Dove sono finiti i soldi del petrolio?
Tangenti
pagate ai partiti, per i lavori, per il petrolio.
E
questo spiega la frustrazione degli sciiti, che si sentono minacciati
dagli attentati, non protetti dallo Stato.
E
questo spiega anche come si sono create milizie private come quelle
di Muqtada al Sadr.
Gli
attentati in campi di calcio, come quello raccontato da Iacona in uno
dei paesi vicino a Falluja, nel triangolo della morte.
E la
gente che inizia a rimpiangere i tempi in cui c'era Saddam.
La
guerra civile tra sciiti e sunniti costa migliaia di morti: per
risposta agli attentatori sunniti sono nate le milizie sciite,
rifornite di armi dall'Iran.
Sono
loro che sul campo stanno combattendo l'Isis e il suo esercito: tra
questi anche ex militari di Saddam e stranieri come i sauditi.
Nel
Kurdistan iraqeno: a
Mosul le forze della coalizione hanno strappato del terreno a Daesh,
ma già si stanno accendendo altri focolai in altre zone del
Kurdistan. La
battaglia va combattuta metro per metro, villaggio per villaggio.
Ma è una guerra che durerà a lungo e costerà altre vittime civili: l'accordo USA e Russia non prevede un futuro condiviso per la Siria.
E ora
che la Turchia di Erdogan è scesa in campo contro i Curdi in Siria,
i Peshmerga (che stentano a ricevere aiuti dagli altri paesi europei), c'è da chiedersi chi rimarrà a far la guerra all'Isis.
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