A Marzabotto non c'è stata nessun battaglia: un reparto della XVI divisione SS al comando del maggiore Reder compì l'eccidio nei confronti di civili.
Non so quanto sia peggio, non conoscere il paese di Pinochet o la storia patria (recente), la guerra di liberazione da cui poi è nata la nata la Costituzione.Il problema è che di bufale come queste se ne sentono troppe: non solo sulla storia ma anche sul buon senso.
Sempre Renzi: “Chi vota No non vuole cambiare il Paese”.
Ma quando mai?
Chi vota no non vuole cambiare il paese in questo modo.
Come non voleva che lo cambiasse Berlusconi nel suo modo.
Fa una bella differenza, significa non essere intellettualmente onesti.
Oggi sul Fatto Quotidiano gli autori del libro "Perché no" (Marco Travaglio e Silvia Truzzi) provano a spiegare all'onorevole Fiano il contenuto del libro:
L'onorevole Emanuele Fiano sta girando l’Italia per illustrare le ragioni del Sì al referendum costituzionale (a data ignota). Siamo molto lusingati del fatto che citi spesso il nostro giornale e il libro "Perché no" che spiega le ragioni della nostra contrarietà alla “riforma” (del Senato) e alla nuova legge elettorale (per la Camera).Tuttavia bisogna rispondere ad alcune affermazioni che il suddetto onorevole pronuncia con granitica certezza e spiacevole frequenza: forse perchè, distratto, non ha letto bene.A Catania, sul palco della fu Festa dell’Unità, ha detto che il nostro libro contiene “tesi chenon hanno nessun fondamento per acta, niente che sia legato alla verità dei fatti”. Travaglio “ha scritto una cosa falsa. Cioè che con la riforma costituzionale il presidente del Consiglio aumenta i suoi poteri a dismisura”. Segue invito a “leggere gli articoli che riguardano il presidente del Consiglio, perché non cambia nessuno dei poteri ”. Nelle 155 pagine di Perché no non c’è scritto da nessuna parte che sono stati modificati gli articoli della Costituzione che riguardano i poteri del premier. Bensì che questo sarà il risultato del combinato disposto tra riforma del Senato e nuova legge elettorale per la Camera: “Il premier avrà nelle sue mani uno strapotere praticamente incontrastato e incontrastabile: come ‘capo’ del primo partito (l’I talicum li chiama così, con linguaggio fascistoide), sarà di fatto eletto dal popolo: diventerà il padrone assoluto del governo e del Parlamento (attraverso la Camera, unico ramo a votargli la fiducia); potrà scegliersi il presidente della Repubblica che più gli aggrada, ma anche i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare, i componenti delle Autorità cosiddette indipendenti, nonché l’amministratore delegato e il Cda della Rai”. (pagina 148)
Sostiene ancora l’onorevole che un’altra bugia si dice a proposito dei giudici costituzionali: “C’è scritto che il presidente del Consiglio e la sua maggioranza potranno scegliere i membri della Corte costituzionale di nomina parlamentare: è un falso aritmetico. Manteniamo il quorum, esattamente come previsto dalla Costituzione vigente. Il quorum non cambia, a parte il fatto che ne eleggeranno due il Senato e tre la Camera.Perché per difendere le proprie idee bisogna dire il falso?”.
A pagina 35 di Perché no c’è scritto: “I 5 giudici della Corte costituzionale che oggi sono eletti dalle Camere in seduta comune verranno eletti separatamente: 3 dalla Camera e 2 dal Senato”. A pagina 149: “Si crea una sproporzione abnorme fra il Senato di 100 membri e la Camera di 630. Nelle riunioni del Parlamento in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica e dei membri laici del Csm, il Senato sarà pressoché ininfluente. Un Senato così ridotto, e per giunta non più eletto, dovrà nominare 2 dei 5 giudici costituzionali di spettanza parlamentare (facile immaginare che quell’accozzaglia di sindaci e consiglieri regionali obbedirà più facilmente alle segreterie dei partiti); mentre la Camera, ‘eletta’ e soverchiante, ne sceglierà solo 3”. Dove si dice che cambia il quorum? Ma soprattutto: “Perché per difendere le proprie idee bisogna dire il falso”?
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