Tra questi scopriamo l'emerito presidente Napolitano che rimbrotta Gentiloni per il voto di fiducia per la legge elettorale voluta dal pd renziano: fiducia che
"posta in blocco dal governo sulle parti sostanziali del testo prima che si aprisse il confronto sugli emendamenti all'articolo 1, non mi resta che la sola possibilità di intervenire in Senato nel corso del dibattito in Assemblea sulla fiducia. Ed è ciò che intendo fare, anche per mettere in luce l'ambito pesantemente costretto in cui qualsiasi deputato oggi, o senatore domani, può far valere il suo punto di vista e le sue proposte, e contribuire così alla definizione di un provvedimento tra i più significativi e delicati".Proprio il padre delle grandi riforme (bocciate il 4 dicembre) che avrebbero trasformato il Parlamento in un dopo lavoro o quasi, difende il dibattito parlamentare?
Difensori della Carta (ma sulla carta) anche Gentiloni, presidente del Consiglio che dovrebbe sapere come la legge elettorale è materia del Parlamento, non solo di alcuni capipartito. Legge elettorale nata da un accordo che esclude il maggior partito di opposizione.
Ieri in piazza a protestare contro il Rosatellum si trovavano fianco a fianco le opposizioni: dai forconi del generale Pappalardo che "in nome del popolo" arringava la folla per prendere l'assalto alle Camere.
In piazza anche i no-vax e i 5 stelle con Di Maio, l'uomo secondo cui le ong sono taxi del mare, il candidato Presidente che ha intimato ai sindacati di riformarsi o ci pensiamo noi.
Il partito che avrebbe aperto le Camere come un apriscatole e che sceglie i vertici e i candidati a colpi di pochi click.
Povera Costituzione, quanti difensori per interesse.
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