Incipit
Finita, cazzo! È finita anche la coca.Alicia, gli occhi pieni di lacrime, tremava come una foglia mentre guardava la bustina di cellofan con le poche schegge bianche rimaste sul fondo.
Il cesso del Crazy slot stagnava in un odore acre, un misto di piscio e disinfettante, che prendeva alla gola strozzando il respiro.Le piastrelle blu riverberavano un'accecante luce da obitorio. I Depeche Mode cantavano Enjoy the silenze.Si guardò ancora allo specchio. Una faccia da far schifo. Gli zigomi affilati, la mascella serrata per la tensione.
Incomincia in un locale pieno di luci e
di macchinette ruba soldi, il primo romanzo noir di Paolo Pedote.
Con una ragazza, Alicia, che si ritrova
senza soldi, persi alle macchinette cercando l'ennesima rivincita,
senza quel po' di coca che avrebbe potuto tenerla in piedi.
Cacciata dal locale aggredita dentro
casa da una persona che forse conosceva e che la uccide, per una
motivo che non si riesce a spiegare, almeno all'inizio.
Raccolse così le poche forze che le restavano e l'ultimo scampolo di vita lo usò proprio per fare quella cosa, sperando che un giorno, prima o poi, come le aveva detto sua madre, qualcuno fosse in grado di intuire perché l'avesse fatta.
Inizia con questo delitto, la morte di
Alicia Grezzi, ex show girl ed ex scrittrice, una vita gettata per
tante scelte sbagliate.
E non sarà nemmeno l'unico delitto
della storia: strane morti e strani anche gli investigatori che
porteranno avanti la loro indagine non ufficiale e non autorizzata.
Si tratta di Angela Delfino, che nel
romanzo è quasi sempre presentata come la sbirra: una poliziotta in
gamba che però ha deciso di dire basta a quel lavoro, disgustata dal
carrierismo, dai leccapiedi.
.. so che questo mondo non mi appartiene. So che ci devo stare alla larga, il più lontano possibile.Perché anche lei covava tanta rabbia, avrebbe voluto aggiungere. Perché anche lei si sentiva dentro una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro. Ogni giorno che passava, sentiva quel bruciore sempre più forte, e se non avesse lasciato la polizia al più presto, la possibilità che perdesse il controllo sarebbe diventata una certezza.
E Nerone Crespi: una signore
anziano, che passa le sue giornate ascoltando Verdi, andando ad
aiutare un amico che di lavoro svuota case e cantine. Un uomo senza
memoria, in fuga dal suo passato, per un trauma doloroso a cui, il
suo cervello ha risposto nascondendo la sua memoria.
Nerone, infatti, vive come un barbone,
pochi amici, pochi contatti. Niente del suo passato: chi ero? Cosa
facevo? Perché mi piace la musica.
La sua casa, la Tana del diavolo, è
nel quartiere del Giambellino:
così alla fine del Giambellino aveva capito solo che i vecchi che oggi si nascondevano dietro le finestre, terroni milanesizzati, erano i terroni veri di una volta. Brava gente che negli anni settanta e fino alla metà degli ottanta, era stata costretta a lottare per ripulire la zona dai tossici che infilzavano le spade sui tronchi delle piante …
Si incontrano, la sbirra e il barbone,
una sera, quando Nerone, per caso, si imbatte in un signore nudo,
insanguinato. Che indica un ufficio, dove ancora le luci sono accese
e dove dentro, ci sono altre due donne. Insanguinate.
I suoi pensieri vennero interrotti quando un tipo con la barba lunga, i capelli grigi fino alle spalle, mal vestito e sporco le stava finendo sotto le ruote.La sbirra fece appena in tempo a inchiodare.
Ma che cazzo! Scese subito giù dall'auto.- Cristo, ma ti vuoi ammazzare! - urlò.Nerone ansimava, aveva appoggiato le mani sul cofano per riprendere fiato.
La prima cosa che notò la sbirra è che aveva lasciato due belle manate insanguinate sulla carrozzeria bianca. Tremava, lo sguardo sconvolto, e diceva cose incomprensibili.- Si è ferito? - chiese la sbirra.Nerone indicò qualcosa in mezzo alla strada e nel cortile.
- Senta stia calmo e cerchi di spiegarsi.- La donna di sangue, la donna di sangue - riuscì a dire Nerone, con quel poco di fiato che aveva recuperato. La sbirra si accorse che qualcuno era accasciato per terra
La polizia assieme ai cugini, indaga
su questi omicidi: la proprietaria di una casa editrice, la sua
segretaria e un ragazzo del bar che stava portando il catering e che
forse si è solo trovato nel posto sbagliato.
Ma, come nei migliori gialli, la
polizia brancola nel buio.
Un omicidio nato per un alterco tra la
signora Armati e il suo collaboratore (l'uomo nudo, solo ferito), per
questioni di lavoro?
Nerone, inizialmente sconvolto dal
sangue, dalla morte, porta avanti una sua indagine, cogliendo un
dettaglio sfuggito alla polizia, il finto barbone sulla scena del
crimine.
Seguendo il marito della vittima, si
imbatte in un amico di Alicia, che gli porta altri particolari, che
ampliano il quadro del delitto.
Un foto di un fotografo famoso negli
anni '70, Antonio Battista: foto ispirata ai disegni di un incisore
famoso, Maurits Escher
In bianco e nero, un rettangolo poco più grande di un foglio di carta A4.
Un bambino davanti a una gigantesca vetrata che gioca con il proprio riflesso. Inoltre quella fotografia era proprio l'immagine riportata sulla locandina.
Un bambino che si riflette in una vetrata.Lesse la targhetta di cartoncino bianco e nero.
Nicola Battista, I bambini Escher (1974).
La prospettiva delle immagini era meno di tre quarti, presa dall'alto.
Come se fosse stata scattata da un adulto appunto mentre piccolo si rifletteva.
Una foto particolare, che mostra una
finzione pur partendo da un'immagine reale. Come i disegni di Escher,
che mostravano mondi impossibili, Battista era un fotografo che amava
nascondere enigmi nei suoi scatti, qualcosa che riesci a cogliere
solo se possiedi la chiave giusta.
Forse aveva ragione la sbirra, era meglio lasciar perdere. Non erano cose per lui. Non era un investigatore. Queste erano situazioni troppo complicate, fottutamente pericolose. Come aveva potuto credere di occuparsi di una cosa così seria come l'omicidio di tre persone? Prima o poi la polizia sarebbe venuta a capo di questa storia. Lui, in fondo, non era altro che un vecchio senza forze, rincoglionito e per giunta pieno di manie, che avrebbe dovuto solo occuparsi di non disturbare più di tanto il mondo.
E qual è la chiave per decifrare
quegli omicidi?
La strana coppia, una poliziotta che
non potrebbe indagare e un signore il cui passato emerge a fatica, un
pezzo alla volta, seguono una pista che li porta dentro un enigma
molto pericoloso.
Il mondo delle slot machine, con dietro
ha la criminalità organizzata che usa questi locali per ripulire il
denaro. Riciclaggio, usura, piccolo spaccio di droga e tanta
disperazione.
Una comunità per accogliere bambini e
ragazzi rimasti orfani in cui sono avvenuti abusi sotto l'occhio
complice dei sorveglianti. Prostituzione, anche minorile, che tocca
personaggi importanti della Milano che conta e che porta vicino ad un
certo faccendiere ancora oggi potente ..
Nulla è come appare e dietro ogni
cosa, ogni persona, c'è un lato nascosto, un enigma, polvere da
mettere sotto il tappeto. Come la polvere bianca da sniffare.
Come la speculazione edilizia nella
Milano dei cantieri e delle gru che sfidano il cielo.
Come gli editori rampanti e i
giornalisti a caccia di scoop con pochi scrupoli.
Come i politici a caccia di voti che si
muovono a favore di telecamera e gli imprenditori con pochi scrupoli
morali.
La scheda del libro sul sito di Todaro
editore
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