Dal 2015 in Italia c'è stato un boom
delle armi: sono aumentate del 12%.
La gente ha paura e cerca una sicurezza
fai da te – racconta il giornalista Gianluca Murgia, a proposito di
quanto è successo a Pesaro (dove nei primi 3 mesi del 2017 il numero
di armi vendute è cresciuto del 30%): è una paura giustificata dal
fatto che non ci sono sufficienti volanti della polizia e allora per
difendersi dai furti in casa sta passando il messaggio che è meglio
fare da soli.
Comprandosi un'arma e chiedendo un
porto d'armi per sport: la giornalista Elena Stramentinoli ha
percorso l'iter per avere il tesserino ed essere abilitato all'uso di
un'arma per uso sportivo.
Un certificato di idoneità fisica dal
medico di base e un corso all'uso delle armi in un centro nazionale
di tiro a segno: poche norme di base, due serie di colpi e, se hai
fatto centro sul bersaglio, è fatta, basta consegnare il certificato
di idoneità in Questura.
Al Poligono arrivano 1000 persone nuove
per chiedere il diploma alle armi, persone nuove che poi non
ritornano ad esercitarsi o a fare tiro a segno: non sono persone che
vogliono fare sport, a queste persone serve solo avere un'arma in
casa.
Peccato che le armi che si può
comprare con questa idoneità siano armi simili a quelle per uso di
difesa: puoi prenderne fino a 9 di pistole e fucili.
Ma portandoti a casa una pistola non
risolvi sempre il problema di sicurezza: devi saperla usare senza
farti del male.
A Guastalla, al poligono fanno corsi
per gestire lo stress, quando devi usare un'arma: devi conoscere i
propri limiti fisici e mentali.
Insomma, l'arma non è un
elettrodomestico qualsiasi: in casa ti sei messo uno strumento che
può uccidere, e chi le compra le armi ha deciso che può usarle.
Ma il proliferare di armi porta più
sicurezza?
Legittima
difesa – il servizio
Secondo i dati del Viminale sono circa
1,2 ml le licenze per porto d'armi: di queste 483mila sono licenze
per uso sportivo, ma solo 95mila sono persone che frequentano
poligoni.
Sono cioè armi prese per difesa,
usando l'escamotage dello sport, perché prendere questa licenza è
più facile.
Le licenze per usare le armi per uso
personale sono difficili da ottenere: la giornalista ha intervista un
gioielliere, rapito dalla banda della Magliana che ha spiegato come
ogni anno deve sostenere degli esami.
E ha spiegato anche che non userebbe
mai le armi per sparare a casaccio e colpire altre persone: se ti
entrano con le armi spianate, puntandotele in faccia, è inutile
avere una pistola.
Ad ogni omicidio per legittima difesa
arrivano subito i commenti dei pistoleri all'italiana: persone che
inneggiano alla legittima difesa, specie se il ladro sparato è rom o
immigrato.
LA Lega è il partito che specula su
questi episodi, sostenendo le persone che in una rapina hanno sparato
ai ladri (il caso Stacchio, il caso Cattaneo, il caso Sicignano): la
difesa è sempre legittima sostengono Salvini.
Ci sono anche quelli che sostengono il
diritto a possedere armi liberamente: per Maurizio Piccolo la difesa
è sempre sacrosanta, è insito nell'uomo, dice.
Deve entrare nella cultura comune che i
ragazzini inizi a prendere confidenza con le armi, come in America,
magari.
Chi possiede pistole e fucili deve
poter girare con le armi, liberamente: ci sono gruppi in rete che
rivendicano questo diritto. Dicono che, se fossimo tutti armati, ci
difenderemmo meglio dai terroristi. Altro che difesa proporzionale
all'offesa, dobbiamo difenderci da soli.
Le armi in Italia però sono più
diffuso di quello che crediamo: non esiste un censimento delle armi
aggiornato, nonostante ci siano obblighi di registrare le armi, 48
ore dopo averle comprate.
Le stime arrivano a parlare di 12 armi,
in totale: il Viminale non ha dato alla giornalista i dati ufficiali,
facendo crescere il sospetto che non ci sia la volontà politica di
comunicare questo dato.
Siamo il paese nel G8 con più armi,
dopo gli USA: quanti sono gli omicidi con armi legalmente detenute,
allora?
A Secondigliano un signore ha
sparato a delle persone col suo fucile a pompa, nel 2015: tutto nato
da un banale litigio col fratello, poi ha sparato al fratello e alla
cognata. Sono dovute intervenire le forze speciali, per prenderlo.
L'assassino era un infermiere,
incensurato e aveva molte armi legalmente possedute, oltre ad un
AK47.
Ma noi non siamo come gli Stati
Uniti, dove c'è la libera circolazione delle armi, anche se
siamo secondi agli USA per persone uccise con armi da fuoco.
Come è successo a Vasto:
Roberta Smargiassi è stata uccisa, investita in motorino da un auto.
Il marito vuole giustizia, vuole che
l'investitore sia arrestato, in paese si organizzano manifestazioni
contro Italo che pure aveva dato soccorso alla donna morta. Non era
ubriaco né drogato: ha solo sbagliato mentre guidava in auto.
Fabio Di Lello non ha aspettato il
processo e lo ha ucciso a colpi di pistola: una vera e propria
esecurizione. Ora Fabio è stato condannato a 30 anni: ha comprato la
pistola due mesi dopo la morte della moglie, il suo omicidio è stato
premeditato.
Nessuno alla Questura di Chiesti si è
preoccupato che una persona, che aveva manifestato il suo odio nei
confronti di una persona, avesse comprato una pistola e delle
pallottole.
Hanno tutti fallito: una città, i
familiari, la Questura.
Nel 2017 con armi legalmente posseduto
sono state compiuti 27 omicidi, 32 episodi di minacce, a fronte di 1
solo episodio di legittima difesa.
Sono stati 108 gli episodi di
illegittima offesa, tra queste anche molte donne: sono 153 le donne
uccise con armi legalmente possedute per uso sportivo o da caccia.
Francesco Marigliani ha ucciso la
fidanzata con una Glock comprata il giorno prima di ucciderla: arma
comprata con porto d'ami “per uso sportivo”.
Ieri a Latina un uomo si è trovato
davanti tre rapinatori e ne ha ucciso uno, per legittima difesa: ora
toccherà al giudice valutare se c'è stata offesa.
Ma la politica è intervenuta a gamba
tesa sull'argomento: lo stesso PD ha presentato una proposta di legge
per la legittima difesa, criticata da più parti.
Come si vive in un paese dove si
possono portare le armi in giro?
In America succedono stragi come quella
di Las Vegas, dove un pensionato ha ucciso 59 persone con le sue
armi, legalmente possedute.
Non gradiva la musica, forse.
Riccardo Iacona è andato a Chicago
a raccontare della guerra, nelle strade della città: dall'inizio
dell'anno ci sono stati 209 omicidi, 2800 persone ferite, ogni 2 ore
e 45 minuti una persona viene sparata a Chicago.
Assieme ad un giornalista che segue
questo casi di cronaca, Iacona ha seguito una notte di sparatorie:
sull'autostrada Kennedy, ad un incrocio. Ogni mattina Chicago si
sveglia con le immagini di morti e feriti con le armi da fuoco: si
uccidono i membri delle gang e anche persone colpite per sbaglio o
per caso.
A Chicago la sicurezza è fuori
controllo: ci si spara anche in mezzo alla gente, ci sono casi di
discussioni finite a pistolettate. E naturalmente sparano anche i
poliziotti.
Fanno più morti le armi a Chicago che
le guerre: 7916 omicidi tra il 2001 e il 2016, più che Afghanistan e
Iraq.
Le madri dei ragazzi morti si
riuniscono, nella sala parrocchiale: raccontano della facilità con
cui si spara, con cui ogni piccolo delinquente possa andare in giro
armato, protetto dalla legge, e di come sia facile finire sparati,
finendo in mezzo ad una rissa.
La deputata dell'Illinois Collins
si è battuta contro la circolazione delle armi, ma anche i
Democratici sono favorevoli al secondo emendamento, la lobby delle
NRA è così forte.
Ma di fronte alle vite da proteggere
non può esserci emendamento che tenga: le armi non ti rendono più
sicuro, la storia di Chicago racconta questa verità semplice.
La Lobby delle armi fino ad oggi ha
impedito che qualsiasi provvedimento restrittivo sull'uso delle armi
diventasse legge: sempre più gente può comprare le armi, le aziende
che producono armi fanno affari e chi ne paga le conseguenze sono le
comunità più povere.
Sta succedendo oggi con le armi quello
che è successo negli anni settanta con la droga: si preoccuperanno
delle armi sono quando colpiranno direttamente anche loro.
I ragazzini che sparano e che vengono
uccisi hanno in mano armi automatiche: lo racconta Amina, figlia di
un gangster di Chicago oggi in carcere. Con 75 dollari ti compri una
Glock calibro 9 e con questa puoi andare in giro.
Per mettere in sicurezza i bambini
delle scuole, il comune ha inventato il safe passage: un controllo
lungo il passaggio dei bambini, controllato da volontari che
comunicano con walkie takie. Se c'è pericolo i bambini non escono
dalla scuola: è come vivere in guerra, come vivere nella Bosnia
della guerra sporca dei cecchini e della pulizia etnica.
Ogni 34 ore una bambina viene uccisa da
un proiettile, mentre nella città la situazione è anche peggio: il
20% dei bambini ricoverati in ospedale sono vittime di armi.
Al centro anti violenza dell'Illinois
lavorano da 42 anni per limitare le armi: la calamità per gli
omicidi con armi da fuoco costa alla comunità milioni di dollari,
non è solo un discorso sociale.
Le armi arrivano alle gang e ai
criminali partendo dal giro legale, comprate da qualcuno in un
negozio oppure vengono rubate.
400 dollari per una Beretta.
700 dollari per un mitragliatore AR.
Gli affari vanno bene nel negozio di
armi visitato da Iacona: in questo trovi uomini, donne, gente
normale. Tutti hanno il diritto ad avere un'arma – dicono i
responsabili del negozio di armi: le persone per bene devono potersi
difendere.
Peccato che le uccisioni di massa siano
compiute da persone che hanno comprate le armi legalmente: ad Orlando
l'assassino aveva comprato un AR15 pochi giorni prima della strage, a
San Bernardino una coppia ha ucciso 14 persone con armi comprate lo
stesso giorno.
In Oregon al campus c'è stato un
campus compiuto da un uomo che aveva comprato armi, tutte le armi, in
modo legale.
Anche la strage di poliziotti a Dallas
nel 2016 è stata realizzata con un AK74 regolarmente comprato in un
negozio.
Anche la strage di Las Vegas ha lo
stesso copione: tutte le armi dell'assassino erano registrate.
Per ogni persona uccisa per legittima
difesa ce ne sono altre 34 uccise per sbaglio. Uccise nel far west
americano.
E queste stragi fanno scoppiare il
sistema carcerario: a Los Angeles la polizia arresta dalle 600 alle
mille persone.
Ma nonostante questo, il reato di
possesso illegale di armi non è un reato “grave”: tutto questo
grazie al potere e all'influenza della NRA.
La politica e gli agenti non hanno gli
strumenti per vincere la guerra delle armi: siccome si ha la certezza
di trovarsi di fronte qualcuno armato, ogni criminale è armato (e
possedere un'arma non è reato grave). È una escalation senza fine.
La politica delle armi la fa la lobby
della armi. Vogliamo questo anche in Italia?
Cosa pensa la politica in Italia.
La Lega sostiene che la legittima
difesa va modificata: la difesa è sempre legittima, la vittima non
deve diventare carnefice.
Durante la stagione di Maroni ci sono
stati tagli alle forze di sicurezza, eppure nonostante questo oggi la
Lega parla di nuovi fondi alle polizie.
Meloni, FDI: la gente non denuncia i
furti, per sfiducia. Da dove prende i dati non lo dice, parla con la
gente: dunque per dare sicurezza, la difesa è sempre legittima.
Se entri dentro casa mia, nel dubbio mi
devo difendere: questa l'idea di Fratelli d'Italia.
Così avremo più armi in casa, e poi
nelle strade.
Stesso ragionamento lo fa il m5s: il
cittadino è portato a difendersi se si sente minacciato in casa,
così lo Stato non deve processarlo, ma tutelarlo.
È un gioco sporco quello della
legittima difesa, quello che fanno i partiti, che giocano sulla paura
e sull'insicurezza e allora giocano la fiche delle armi in casa.
Il Partito democratico ha portato alla
Camera una sua legge: se sei di notte e sei turbato la legittima
difesa c'è sempre.
Una proposta che ha subito critiche e
che è rimasta bloccata in Senato: il senatore Lumia è esplicito, si
è voluto strizzare l'occhio alla pancia del paese.
Più armi in giro, più delitti si
compiono: dobbiamo fare in modo che ci siano in giro meno armi e
nello stesso modo maggior sicurezza.
Non bisogna toccare il principio della
proporzionalità, che la Lega e FdI vuole togliere: quandi si dice al
cittadino che la sua difesa deve prevalere, non lo si sta difendendo,
ma lo sta mettendo a rischio.
Speriamo che Lumia venga ascoltato nel
suo partito.
La criminalità nelle strade e nelle
piazze delle nostre città.
Ci sono zone delle nostre città dove è
pericoloso girare, presidiate dalla criminalità e non dallo stato.
Elena Stramentinoli è andata a Bari: nel corso degli anni è
diminuito il numero di volanti in giro per la città, con macchine
vecchie.
E la criminalità oggi è molto bene
armata, come testimoniano i sequestri ai clan: armi estere o con
matricola abrasa.
Nel quartiere Iapigia sono avvenuti tre
omicidi, zona del clan Parisi che, dopo l'arresto, è diventata una
zona contesa da altri gruppi.
Per ora la guerra tra i clan è esplosa
nella periferia di Iapigia: ma altri quartieri, dove pure ci sono
situazioni di degrado, sono a rischio.
Quartieri senza caserme, senza vigili,
senza uffici delle Poste e farmacie: nessuno vuole vivere nel
quartiere di San Pio. I commercianti raccontano di rapine subite da
ragazzi che vivono in questa zona: rapine per accreditarsi nei
confronti dei boss.
E le denunce non hanno seguito.
Quartiere Libertà: nessuno ha voluto
parlare con la giornalista di Presa diretta, nessuno si è voluto far
riprendere. Tutti hanno paura, c'è tanta omertà da parte della
popolazione: servirebbe maggiore controllo del territorio.
Non solo il controllo del parroco del
quartiere, don Francesco Preite. Racconta, il prete, che qui
circolano i baby boss che Saviano ha raccontato a Napoli.
Ma dice anche che la soluzione sta
nell'occuparsi dei ragazzi fin da subito: nel suo oratorio ci sono
campi per giocare, dopo scuola, centri di formazione e corsi di
musica e di scherma.
Nel centro i volontari si occupano dei
550 bambini.
Nella struttura del Redentore c'è
anche un pub e anche una comunità che accoglie persone uscite dal
carcere, per dargli una seconda possibilità.
Il lavoro che don Francesco fa a Bari
andrebbe replicato in altri quartieri delle altre città.
Ma non è tutto nero a Bari:nel corso
degli ultimi anni la zona di Bari vecchia è stata restituita alla
città, non si rischia più la propria incolumità, se giri per le
strade.
Grazie alla scelta politica di portarci
dentro lo Stato, fare luce.
A Modena un'altra storia di successo,
nel quartiere dove si trovava il palazzo R nord, che sembrava i
cubi grigi di Scampia: hanno portato un centro professionale, la
sede della Croce Rossa, appartamenti per universitari, un Fab Lab
un'officina sperimentale legata al MIT.
Nel quartiere sono state portate le
Poste, il portierato sociale ed altri uffici, come quello che serve
per aiutare la convivenza tra persone di etnie diverse.
Il comune ha investito nel palazzo R
Nord, soldi presi da un finanziamento ministeriale e da altri
programmi: sono stati fatti lavori per 7,5 milioni di euro per far
vivere le persone in una zona bella, perché è sperimentato che se
vivi in una zona bella, vivi meglio.
Non possiamo lasciar andare le
periferie in mano alla criminalità: a Milano sono arrivate le
Pandillas, gang sudamericane che fanno paura.
Arrivano dal Salvador anche se queste
bande si sono formate in America, dove hanno imparato a strutturarsi
in modo gerarchico.
Il 3 luglio 2016 un ragazzo albanese è
stato aggredito da una gang sudamericana, ucciso a coltellate.
Nel 2015 un macchinista è stato
aggredito da un'altra banda, colpito ad un braccio da un machete.
La polizia milanese si occupa di queste
pandillas e di altre bande sudamericane dal 2014: hanno arrestato la
cupola di due di queste, scoprendo una realtà di questi gruppi
impressionante.
Il reclutamento dei giovani, i
collegamenti con El Salvador.
Salviamo le periferie, con grandi
investimenti di riqualificazione che riportino dentro esse pezzi
dello Stato, prima che sia troppo tardi.
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