16 ottobre 2017

Presa diretta – Legittima difesa

Dal 2015 in Italia c'è stato un boom delle armi: sono aumentate del 12%.
La gente ha paura e cerca una sicurezza fai da te – racconta il giornalista Gianluca Murgia, a proposito di quanto è successo a Pesaro (dove nei primi 3 mesi del 2017 il numero di armi vendute è cresciuto del 30%): è una paura giustificata dal fatto che non ci sono sufficienti volanti della polizia e allora per difendersi dai furti in casa sta passando il messaggio che è meglio fare da soli.
Comprandosi un'arma e chiedendo un porto d'armi per sport: la giornalista Elena Stramentinoli ha percorso l'iter per avere il tesserino ed essere abilitato all'uso di un'arma per uso sportivo.
Un certificato di idoneità fisica dal medico di base e un corso all'uso delle armi in un centro nazionale di tiro a segno: poche norme di base, due serie di colpi e, se hai fatto centro sul bersaglio, è fatta, basta consegnare il certificato di idoneità in Questura.

Al Poligono arrivano 1000 persone nuove per chiedere il diploma alle armi, persone nuove che poi non ritornano ad esercitarsi o a fare tiro a segno: non sono persone che vogliono fare sport, a queste persone serve solo avere un'arma in casa.
Peccato che le armi che si può comprare con questa idoneità siano armi simili a quelle per uso di difesa: puoi prenderne fino a 9 di pistole e fucili.
Ma portandoti a casa una pistola non risolvi sempre il problema di sicurezza: devi saperla usare senza farti del male.
A Guastalla, al poligono fanno corsi per gestire lo stress, quando devi usare un'arma: devi conoscere i propri limiti fisici e mentali.

Insomma, l'arma non è un elettrodomestico qualsiasi: in casa ti sei messo uno strumento che può uccidere, e chi le compra le armi ha deciso che può usarle.
Ma il proliferare di armi porta più sicurezza?

Legittima difesa – il servizio

Secondo i dati del Viminale sono circa 1,2 ml le licenze per porto d'armi: di queste 483mila sono licenze per uso sportivo, ma solo 95mila sono persone che frequentano poligoni.
Sono cioè armi prese per difesa, usando l'escamotage dello sport, perché prendere questa licenza è più facile.

Le licenze per usare le armi per uso personale sono difficili da ottenere: la giornalista ha intervista un gioielliere, rapito dalla banda della Magliana che ha spiegato come ogni anno deve sostenere degli esami.
E ha spiegato anche che non userebbe mai le armi per sparare a casaccio e colpire altre persone: se ti entrano con le armi spianate, puntandotele in faccia, è inutile avere una pistola.

Ad ogni omicidio per legittima difesa arrivano subito i commenti dei pistoleri all'italiana: persone che inneggiano alla legittima difesa, specie se il ladro sparato è rom o immigrato.
LA Lega è il partito che specula su questi episodi, sostenendo le persone che in una rapina hanno sparato ai ladri (il caso Stacchio, il caso Cattaneo, il caso Sicignano): la difesa è sempre legittima sostengono Salvini.

Ci sono anche quelli che sostengono il diritto a possedere armi liberamente: per Maurizio Piccolo la difesa è sempre sacrosanta, è insito nell'uomo, dice.
Deve entrare nella cultura comune che i ragazzini inizi a prendere confidenza con le armi, come in America, magari.
Chi possiede pistole e fucili deve poter girare con le armi, liberamente: ci sono gruppi in rete che rivendicano questo diritto. Dicono che, se fossimo tutti armati, ci difenderemmo meglio dai terroristi. Altro che difesa proporzionale all'offesa, dobbiamo difenderci da soli.

Le armi in Italia però sono più diffuso di quello che crediamo: non esiste un censimento delle armi aggiornato, nonostante ci siano obblighi di registrare le armi, 48 ore dopo averle comprate.
Le stime arrivano a parlare di 12 armi, in totale: il Viminale non ha dato alla giornalista i dati ufficiali, facendo crescere il sospetto che non ci sia la volontà politica di comunicare questo dato.
Siamo il paese nel G8 con più armi, dopo gli USA: quanti sono gli omicidi con armi legalmente detenute, allora?
A Secondigliano un signore ha sparato a delle persone col suo fucile a pompa, nel 2015: tutto nato da un banale litigio col fratello, poi ha sparato al fratello e alla cognata. Sono dovute intervenire le forze speciali, per prenderlo.
L'assassino era un infermiere, incensurato e aveva molte armi legalmente possedute, oltre ad un AK47.

Ma noi non siamo come gli Stati Uniti, dove c'è la libera circolazione delle armi, anche se siamo secondi agli USA per persone uccise con armi da fuoco.
Come è successo a Vasto: Roberta Smargiassi è stata uccisa, investita in motorino da un auto.
Il marito vuole giustizia, vuole che l'investitore sia arrestato, in paese si organizzano manifestazioni contro Italo che pure aveva dato soccorso alla donna morta. Non era ubriaco né drogato: ha solo sbagliato mentre guidava in auto.
Fabio Di Lello non ha aspettato il processo e lo ha ucciso a colpi di pistola: una vera e propria esecurizione. Ora Fabio è stato condannato a 30 anni: ha comprato la pistola due mesi dopo la morte della moglie, il suo omicidio è stato premeditato.
Nessuno alla Questura di Chiesti si è preoccupato che una persona, che aveva manifestato il suo odio nei confronti di una persona, avesse comprato una pistola e delle pallottole.
Hanno tutti fallito: una città, i familiari, la Questura.

Nel 2017 con armi legalmente posseduto sono state compiuti 27 omicidi, 32 episodi di minacce, a fronte di 1 solo episodio di legittima difesa.
Sono stati 108 gli episodi di illegittima offesa, tra queste anche molte donne: sono 153 le donne uccise con armi legalmente possedute per uso sportivo o da caccia.
Francesco Marigliani ha ucciso la fidanzata con una Glock comprata il giorno prima di ucciderla: arma comprata con porto d'ami “per uso sportivo”.

Ieri a Latina un uomo si è trovato davanti tre rapinatori e ne ha ucciso uno, per legittima difesa: ora toccherà al giudice valutare se c'è stata offesa.
Ma la politica è intervenuta a gamba tesa sull'argomento: lo stesso PD ha presentato una proposta di legge per la legittima difesa, criticata da più parti.

Come si vive in un paese dove si possono portare le armi in giro?
In America succedono stragi come quella di Las Vegas, dove un pensionato ha ucciso 59 persone con le sue armi, legalmente possedute.
Non gradiva la musica, forse.

Riccardo Iacona è andato a Chicago a raccontare della guerra, nelle strade della città: dall'inizio dell'anno ci sono stati 209 omicidi, 2800 persone ferite, ogni 2 ore e 45 minuti una persona viene sparata a Chicago.
Assieme ad un giornalista che segue questo casi di cronaca, Iacona ha seguito una notte di sparatorie: sull'autostrada Kennedy, ad un incrocio. Ogni mattina Chicago si sveglia con le immagini di morti e feriti con le armi da fuoco: si uccidono i membri delle gang e anche persone colpite per sbaglio o per caso.
A Chicago la sicurezza è fuori controllo: ci si spara anche in mezzo alla gente, ci sono casi di discussioni finite a pistolettate. E naturalmente sparano anche i poliziotti.

Fanno più morti le armi a Chicago che le guerre: 7916 omicidi tra il 2001 e il 2016, più che Afghanistan e Iraq.
Le madri dei ragazzi morti si riuniscono, nella sala parrocchiale: raccontano della facilità con cui si spara, con cui ogni piccolo delinquente possa andare in giro armato, protetto dalla legge, e di come sia facile finire sparati, finendo in mezzo ad una rissa.
La deputata dell'Illinois Collins si è battuta contro la circolazione delle armi, ma anche i Democratici sono favorevoli al secondo emendamento, la lobby delle NRA è così forte.
Ma di fronte alle vite da proteggere non può esserci emendamento che tenga: le armi non ti rendono più sicuro, la storia di Chicago racconta questa verità semplice.
La Lobby delle armi fino ad oggi ha impedito che qualsiasi provvedimento restrittivo sull'uso delle armi diventasse legge: sempre più gente può comprare le armi, le aziende che producono armi fanno affari e chi ne paga le conseguenze sono le comunità più povere.
Sta succedendo oggi con le armi quello che è successo negli anni settanta con la droga: si preoccuperanno delle armi sono quando colpiranno direttamente anche loro.

I ragazzini che sparano e che vengono uccisi hanno in mano armi automatiche: lo racconta Amina, figlia di un gangster di Chicago oggi in carcere. Con 75 dollari ti compri una Glock calibro 9 e con questa puoi andare in giro.

Per mettere in sicurezza i bambini delle scuole, il comune ha inventato il safe passage: un controllo lungo il passaggio dei bambini, controllato da volontari che comunicano con walkie takie. Se c'è pericolo i bambini non escono dalla scuola: è come vivere in guerra, come vivere nella Bosnia della guerra sporca dei cecchini e della pulizia etnica.

Ogni 34 ore una bambina viene uccisa da un proiettile, mentre nella città la situazione è anche peggio: il 20% dei bambini ricoverati in ospedale sono vittime di armi.

Al centro anti violenza dell'Illinois lavorano da 42 anni per limitare le armi: la calamità per gli omicidi con armi da fuoco costa alla comunità milioni di dollari, non è solo un discorso sociale.
Le armi arrivano alle gang e ai criminali partendo dal giro legale, comprate da qualcuno in un negozio oppure vengono rubate.

400 dollari per una Beretta.
700 dollari per un mitragliatore AR.
Gli affari vanno bene nel negozio di armi visitato da Iacona: in questo trovi uomini, donne, gente normale. Tutti hanno il diritto ad avere un'arma – dicono i responsabili del negozio di armi: le persone per bene devono potersi difendere.

Peccato che le uccisioni di massa siano compiute da persone che hanno comprate le armi legalmente: ad Orlando l'assassino aveva comprato un AR15 pochi giorni prima della strage, a San Bernardino una coppia ha ucciso 14 persone con armi comprate lo stesso giorno.
In Oregon al campus c'è stato un campus compiuto da un uomo che aveva comprato armi, tutte le armi, in modo legale.
Anche la strage di poliziotti a Dallas nel 2016 è stata realizzata con un AK74 regolarmente comprato in un negozio.
Anche la strage di Las Vegas ha lo stesso copione: tutte le armi dell'assassino erano registrate.
Per ogni persona uccisa per legittima difesa ce ne sono altre 34 uccise per sbaglio. Uccise nel far west americano.

E queste stragi fanno scoppiare il sistema carcerario: a Los Angeles la polizia arresta dalle 600 alle mille persone.

Ma nonostante questo, il reato di possesso illegale di armi non è un reato “grave”: tutto questo grazie al potere e all'influenza della NRA.
La politica e gli agenti non hanno gli strumenti per vincere la guerra delle armi: siccome si ha la certezza di trovarsi di fronte qualcuno armato, ogni criminale è armato (e possedere un'arma non è reato grave). È una escalation senza fine.

La politica delle armi la fa la lobby della armi. Vogliamo questo anche in Italia?

Cosa pensa la politica in Italia.
La Lega sostiene che la legittima difesa va modificata: la difesa è sempre legittima, la vittima non deve diventare carnefice.
Durante la stagione di Maroni ci sono stati tagli alle forze di sicurezza, eppure nonostante questo oggi la Lega parla di nuovi fondi alle polizie.

Meloni, FDI: la gente non denuncia i furti, per sfiducia. Da dove prende i dati non lo dice, parla con la gente: dunque per dare sicurezza, la difesa è sempre legittima.
Se entri dentro casa mia, nel dubbio mi devo difendere: questa l'idea di Fratelli d'Italia.
Così avremo più armi in casa, e poi nelle strade.

Stesso ragionamento lo fa il m5s: il cittadino è portato a difendersi se si sente minacciato in casa, così lo Stato non deve processarlo, ma tutelarlo.

È un gioco sporco quello della legittima difesa, quello che fanno i partiti, che giocano sulla paura e sull'insicurezza e allora giocano la fiche delle armi in casa.

Il Partito democratico ha portato alla Camera una sua legge: se sei di notte e sei turbato la legittima difesa c'è sempre.
Una proposta che ha subito critiche e che è rimasta bloccata in Senato: il senatore Lumia è esplicito, si è voluto strizzare l'occhio alla pancia del paese.
Più armi in giro, più delitti si compiono: dobbiamo fare in modo che ci siano in giro meno armi e nello stesso modo maggior sicurezza.
Non bisogna toccare il principio della proporzionalità, che la Lega e FdI vuole togliere: quandi si dice al cittadino che la sua difesa deve prevalere, non lo si sta difendendo, ma lo sta mettendo a rischio.

Speriamo che Lumia venga ascoltato nel suo partito.

La criminalità nelle strade e nelle piazze delle nostre città.
Ci sono zone delle nostre città dove è pericoloso girare, presidiate dalla criminalità e non dallo stato. Elena Stramentinoli è andata a Bari: nel corso degli anni è diminuito il numero di volanti in giro per la città, con macchine vecchie.
E la criminalità oggi è molto bene armata, come testimoniano i sequestri ai clan: armi estere o con matricola abrasa.
Nel quartiere Iapigia sono avvenuti tre omicidi, zona del clan Parisi che, dopo l'arresto, è diventata una zona contesa da altri gruppi.
Per ora la guerra tra i clan è esplosa nella periferia di Iapigia: ma altri quartieri, dove pure ci sono situazioni di degrado, sono a rischio.
Quartieri senza caserme, senza vigili, senza uffici delle Poste e farmacie: nessuno vuole vivere nel quartiere di San Pio. I commercianti raccontano di rapine subite da ragazzi che vivono in questa zona: rapine per accreditarsi nei confronti dei boss.
E le denunce non hanno seguito.

Quartiere Libertà: nessuno ha voluto parlare con la giornalista di Presa diretta, nessuno si è voluto far riprendere. Tutti hanno paura, c'è tanta omertà da parte della popolazione: servirebbe maggiore controllo del territorio.
Non solo il controllo del parroco del quartiere, don Francesco Preite. Racconta, il prete, che qui circolano i baby boss che Saviano ha raccontato a Napoli.
Ma dice anche che la soluzione sta nell'occuparsi dei ragazzi fin da subito: nel suo oratorio ci sono campi per giocare, dopo scuola, centri di formazione e corsi di musica e di scherma.
Nel centro i volontari si occupano dei 550 bambini.
Nella struttura del Redentore c'è anche un pub e anche una comunità che accoglie persone uscite dal carcere, per dargli una seconda possibilità.

Il lavoro che don Francesco fa a Bari andrebbe replicato in altri quartieri delle altre città.
Ma non è tutto nero a Bari:nel corso degli ultimi anni la zona di Bari vecchia è stata restituita alla città, non si rischia più la propria incolumità, se giri per le strade.
Grazie alla scelta politica di portarci dentro lo Stato, fare luce.

A Modena un'altra storia di successo, nel quartiere dove si trovava il palazzo R nord, che sembrava i cubi grigi di Scampia: hanno portato un centro professionale, la sede della Croce Rossa, appartamenti per universitari, un Fab Lab un'officina sperimentale legata al MIT.
Nel quartiere sono state portate le Poste, il portierato sociale ed altri uffici, come quello che serve per aiutare la convivenza tra persone di etnie diverse.
Il comune ha investito nel palazzo R Nord, soldi presi da un finanziamento ministeriale e da altri programmi: sono stati fatti lavori per 7,5 milioni di euro per far vivere le persone in una zona bella, perché è sperimentato che se vivi in una zona bella, vivi meglio.

Non possiamo lasciar andare le periferie in mano alla criminalità: a Milano sono arrivate le Pandillas, gang sudamericane che fanno paura.
Arrivano dal Salvador anche se queste bande si sono formate in America, dove hanno imparato a strutturarsi in modo gerarchico.

Il 3 luglio 2016 un ragazzo albanese è stato aggredito da una gang sudamericana, ucciso a coltellate.
Nel 2015 un macchinista è stato aggredito da un'altra banda, colpito ad un braccio da un machete.
La polizia milanese si occupa di queste pandillas e di altre bande sudamericane dal 2014: hanno arrestato la cupola di due di queste, scoprendo una realtà di questi gruppi impressionante.
Il reclutamento dei giovani, i collegamenti con El Salvador.

Salviamo le periferie, con grandi investimenti di riqualificazione che riportino dentro esse pezzi dello Stato, prima che sia troppo tardi.

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