Provate ad aprire uno dei tanti
quotidiani online che gravitano nell'area politica della nostra
destra, populista e pure poco istituzionale: è un proliferare di
notizie su stupri, omicidi, scippi, furti compiuti quasi sempre da
immigrati.
E ora provate a spostarvi su una delle
trasmissioni televisive su Mediaset, tipo quella di Belpietro: di
cosa parlano? Dei poveri italiani che non possono uscir di casa la
sera perché hanno paura di venir rapinati, violentati e poi,
tornando a casa, scoprire che qualche ladro è entrato dentro.
Così si alimenta la paura delle
persone.
Lo stupro di Rimini, un atto violento e
da condannare, è stato raccontato in tutti i suoi più morbosi
particolari, il mostro, anzi i mostri, i ragazzi di colore figli di
un immigrato, sono stati sbattuti in prima pagina.
Altro trattamento da parte della stampa
rispetto ad un altro caso di violenza, a Firenze. Presunti colpevoli
uomini in divisa, bianchi. Italiani come noi.
Come italiani come noi sono i
responsabili dei troppi femminicidi e delle violenze domestiche, per
lo più compiuti dentro le mura di casa.
Il nemico è la fuori, racconta questa
campagna sulla paura: non possiamo aspettare che la polizia
intervenga per difenderci, dobbiamo essere noi in grado di farlo da
soli.
Riempiendo la nostra casa di armi.
E ogni tanto, una di queste armi,
regolarmente posseduta perché dietro c'è un porto d'armi, viene
usata per uccidere la moglie, come
successo a Mira l'anno scorso.
A Pesaro, nelle Marche, nei
primi tre mesi di questo anno sono stati vendute 100 armi tra fucili
e pistole: il 30% in più rispetto al 2016.
Le notizie su furti, tentate rapine
hanno creato una crepa nella testa dei pesaresi – racconta il
giornalista Gianluca Murgia a Elena Stramentinoli: “la gente ha
paura e cerca una forma di sicurezza fai da te”.
Secondo il rapporto pubblicato dal Sole
24 ore però la provincia di Pesaro è una delle più sicure
d'Italia, ma nonostante questo la gente corre ad armarsi, anche
perché la polizia è sparita dalle strade.
Lo racconta (la trovate nell'anteprima)
il sindacalista della SILP CGIL Pierpaolo Frega: abbiamo organici
fermi agli anni 90, se va bene mettiamo in campo una volante H24, e i
criminali che conoscono di questa situazione ne approfittano.
I furti nelle case ci sono, come anche
i furti nelle ditte: molte persone non denunciano nemmeno, così si
sta creando un corto circuito (tra meno forze dell'ordine e più
furti) per cui viene legittimato il concetto di fare come meglio si
crede. Con le armi: il boom di richieste di porto d'armi per uso
sportivo ha avuto un boom, anche da parte di donne e di
professionisti o persone con una attività sportiva.
Peccato che se le persone non si
addestrano, con una certa regolarità, siano pericolose quasi più
dei ladri: magari con quella Glock calibro 9 che un armaiolo (poco
furbo) ha mostrato alla giornalista come arma da difesa personale.
Un'arma che non lascia bossoli in giro,
così se viene qualcuno a fare un controllo...
Un atteggiamento molto, molto
discutibile.
E quanto è facile ottenere un porto
d'armi per uso sportivo in Italia? La giornalista ha provato a fare
anche questo (sul sito de La Stampa trovate un'altra anteprima). Un certificato dal medico e un corso per maneggio alle
armi al tiro a segno nazionale.
E basta.
In Italia ci sono 1,32 milioni di porto
d'ami (molti per attività sportive) e 11 milioni di pistole e
fucili: ma siamo sicuri che sia questa la strada giusta per avere più
sicurezza?
Il
lungo servizio di Presa diretta di questa sera affronterà
questo tema, partendo da lontano: racconterà di cosa succede in
America, la patria delle armi alla portata di tutti (difese dal
secondo emendamento della Costituzione), per esempio a Chicago.
A Chicago ogni 2,45 ore una persona
viene sparata e ogni 15 ore una persona muore: tra il 2001 e il 2016
sono avvenuti 7916 omicidi. A Chicago si spara di notte e di giorno,
nelle stazioni di servizio e nei centri commerciali, in mezzo alla
gente.
Sparano gli uomini e le donne, anche i
poliziotti: nemmeno le scuole sono risparmiate, tanto che il comune
ha istituito il servizio di “safe passage”, per proteggere
i bambini dalle pallottole vaganti delle sparatorie.
Racconta una delle mamme, all'uscita di
una scuola: “è come vivere in guerra”.
In
America, come aveva già raccontato Michael Moore anni fa col suo
film-documentario “Bowling a Columbine”, il
proliferare delle armi, che chiunque può comprare, anche armi da
guerra, non ha portato affatto alcuna maggiore sicurezza. Perfino
nelle scuole.
E c'è un altro problema, molto
sottovalutato: in Italia sono arrivate le gang di strada
sudamericane, le Pandillas, che si stanno radicando nelle città del
nord, per esempio a Milano.
I difensori delle armi libere dicono
che non sono le armi che uccidono, sono gli uomini. Ma sono gli
stessi uomini che considerano la moglie, compagna, fidanzata come un
bene di loro possesso. Sono le stesse persone con problemi di
instabilità (e che nonostante tutto ottengono certificati con troppa
facilità). Le stesse persone che riempiono di insulti la rete nei
loro deliri e che se potessero mettere le mani su tizio o caio ..
Non è trasformando il paese in un
enorme far west che avremo maggiore sicurezza.
La scheda del servizio: Legittima
difesa
PresaDiretta si interroga sul perché gli italiani si sentono sempre più insicuri e sono sempre più armati.Italiani pistoleri? Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno i porto d’armi civili in Italia sono circa 1 milione e 200mila, ma il trend è in crescita e il numero risale al 2016.Di questi, una piccola parte sono quelli “per difesa personale”, di coloro che fanno un lavoro che li espone al rischio di aggressioni, sono magistrati, avvocati, gioiellieri e, naturalmente i vigilantes. Poi c’è l’esercito delle “doppiette”, i cacciatori, che sono quasi 700mila, anche questi in aumento.Infine c’è il porto d’arma cresciuto più di tutti, quello “per uso sportivo”: ce l’ha quasi mezzo milione di italiani. Un certificato medico, due marche da bollo, un pomeriggio di corso presso un Poligono di tiro a segno nazionale per la parte teorica e quella pratica e se superi le prove hai il porto d’arma. PresaDiretta lo ha fatto. Con quel pezzo di carta si possono avere fino a 9 pistole e un numero illimitato di fucili.Ma quante sono davvero le armi nel nostro paese? Non lo sappiamo con precisione perché l’ultimo censimento è di 9 anni fa. Le stime dicono che il numero si aggira tra i 7 e i 12 milioni. Quel che sappiamo però è che l’Italia ha un drammatico record: siamo il paese, secondo solo agli Stati Uniti, con il più alto numero di morti per arma da fuoco. E non è un bel primato.Gli Stati Uniti invece per numero di armi possedute non sono secondi a nessuno, in America le armi sono più numerose degli abitanti.
In un crudissimo reportage girato a Chicago, PresaDiretta ha raccontato cosa succede in un paese dove sono armati anche i bambini. Chicago è una città in guerra, dove ogni 2 ore e 45 minuti si spara a qualcuno e ogni 15 ore si compie un omicidio con arma da fuoco. Un esempio di come il numero delle armi sia direttamente proporzionale al numero dei morti ammazzati. Non il contrario.
A PresaDiretta, testimonianze esclusive, casi di cronaca e di ordinaria violenza, in provincia e nelle grandi città, ma anche storie positive di come le cose possono cambiare. Quando le Amministrazioni locali vogliono e decidono di investire fondi pubblici, interi quartieri considerati invivibili e violenti, possono trasformarsi ed essere restituiti alla vita civile.E la legge sulla legittima difesa, ferma in Parlamento, renderà più sicure le nostre case? A PresaDiretta il punto di vista dei partiti politici.“LEGITTIMA DIFESA”, è un racconto di Riccardo Iacona con Elena Stramentinoli, Elisabetta Camilleri, Elena Marzano, Marianna De Marzi, Raffaella Notariale, Marcello Brecciaroli, Massimiliano Torchia.
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