Alessandro Perissinotto, Quello che
l’acqua nasconde, Piemme
Cristina Rava, L’ultima sonata.
Un’indagine di Ardelia Spinola, Garzanti
Alice Basso, Non ditelo allo scrittore,
Garzanti
Modera Nicoletta Sipos
Alice Basso, Non ditelo allo
scrittore
Il piacere per la scrittura accomuna i
tre autori – spiegava la moderatrice Nicoletta Sipos presentando
gli autori e a maggior ragione questo vale per Alice: il libro parla
di un ghost writer, scrive libri firmati da altri. C'è un giallo
dietro, ma solo un terzo del libro, come un attaccapanni per tenere
in piedi i personaggi del racconto.
Alessandro Perissinotto La neve
sotto la neve
Scrivendo romanzi diamo per scontato
che la scrittura sia importante: rispetto agli altri media la
scrittura ha un vantaggio, la lentezza.
Viviamo in un mondo in velocità: la
concorrenza degli scrittori è Facebook, una carrellata delle loro
storie private.
La scrittura può farci rallentare: è
veicolo e sostanza delle idee, chi ha più parole ha più sfumature
di colore per rappresentare la realtà.
In un tweet o in post, con pochi
caratteri, si sfuma poco, la realtà è tagliata con l'accetta,
invece per comprenderla meglio, abbiamo bisogno di tutte le
sfumature.
Cristina Rava L'ultima sonata,
un'indagine di Ardelia Spinola
Protagonista è un medico legale, in un
intreccio che si sposta dal lato noir al lato umano.
La scrittura è un mezzo di un
messaggio, il sostegno e il veicolo delle idee: non mi piace chi
ritiene il “noir”, il “genere” una scrittura meno impegnata,
più leggera.
Cosa significa lavorare con un
personaggio seriale
Basso: non è un problema la
serialità scriverò cinque libri con la mia protagonista, ho tante
idee nella testa che devo smistare, perché non posso metterle tutte
nei libri.
Non mi capita di identificarmi nel
personaggio, che ha qualche disturbo di sociopatia: molti miei
lettori si rivolgono a me pensando di trovarsi di fronte la ghost
writer, rimanendo spiazzati dalla diversità.
Rava: non ho problemi col mio
personaggio, sono nata con un altro personaggio, il commissario
Rebaudengo, poi è nata Ardelia.
La tetralogia è ora chiusa: non ho
quel rapporto viscerale con questi due personaggi, dicono cose che
non penso, ma che sono funzionali alla storia che devo raccontare.
Perissinotto: mi sono inventato
un alter ego estone, un commissario, cui ho prestato la passione per
il freddo, per lo sci di fondo, un po' di narcolessia.
Ha alcuni miei vezzi: c'è una
differenza però, le donne lo trovano piacente.
Avere un personaggio seriale significa
avere anche un personaggio con cui realizzare una storia, partendo
magari da un fatto letto sui giornali.
Com'è la vostra organizzazione del
lavoro da scrittore.
Basso: non apprezzo i romanzi
che non hanno struttura, che costringono i redattori a fare un lavoro
extra con gli autori. Per dare sostanza e struttura, strutturo le
scalette nella mente, quando sono in posta, quando guido.. Quando
riesco a scrivere ho tutto pronto e non perdo tempo nel recuperare il
polso dell'atmosfera, per tornare al punto da cui ho lasciato la
storia.
È un consiglio che do agli scrittori,
in generale: la passione non basta.
Rava: dentro una chrime story ci
metti un dramma, un omicida, quello che vuoi, ma serve una logica, il
disegno della storia lo devi avere dall'inizio.
Ed è anche un discorso di registri:
deve esserci una parte andante, un parte veloce, come una partitura.
È un insieme di logica, pensiero e
passione.
Perissinotto: scrivere è un
equilibrio tra passione e razionalità. La passione ti fa scegliere
una storia, in base a quello che ti chiama, magari una storia vera
(come quella sui manicomi infantili, i meccanismo predatori degli
uomini che commettono femminicidi).
La parte razionale serve per concludere
i romanzi nei tempi stretti: ho un modo razionale di organizzare il
lavoro, faccio le schede dei personaggi, faccio la scaletta, uso dei
fogli excel per incrociare la vita dei personaggi, per evitare delle
incongruenze.
Altra strategia è scattare tante
fotografie nei luoghi della storia: le foto danno il di più, come
cogliere una sfumatura, un dettaglio per ricollocare l'atmosfera di
quello che scrivi.
Come siete stati scoperti?
Basso: lavoravo come redattrice
da anni quando ho deciso che il mondo dell'editoria era un mondo da
raccontare, valeva la pena provare a scrivere di questo.
Rava: ho cominciato con una
piccola casa editrice genovese, un contenitore artigianale.
Dovevo fare il salto, ad una
presentazione di Viet Heinecken, che mi ha presentato un agente, con
cui è scattato un colpo di fulmine.
Perissinotto: il mio manoscritto
è stato preso senza costrizioni sessuali – la battuta di
Alessandro. In realtà inviai il manoscritto a diverse case editrici,
poi dopo tre anni arrivò la telefonata. Il suo manoscritto ci era
piaciuto ma lo avevamo perso: ora ripulendo lo abbiamo ritrovato, se
vuole glielo pubblichiamo noi. La voce era quella di Elvira Sellerio.
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