Cosa succederà ora in Spagna e in Catalogna nessuno è in grado di dirlo, ora.
Sicuramente si è aperta una frattura tra regione e stato centrale che difficilmente tornerà come prima: a questo scontro e a questa frattura si è voluto arrivare perché entrambe le parti non hanno voluto sentire le ragioni dell'altro.
Il governo centrale che nel 2010 ha tolto parte dell'autonomia alla regione, non ha voluto riconoscere le spinte autonomiste.
Dall'altra parte abbiano una regione autonoma che ha proposto un referendum non riconosciuto e che di fatto ha sfidato la legalità.
I partiti indipendentisti (che ieri un articolo del Fatto Quotidiano metteva in contatto con la Russia) hanno dato la colpa allo stato centrale che affama la regione catalana e che dunque, se fosse indipendente, potrebbe prosperare.
Ora siamo ai numeri, che però non si capisce quale ente indipendente potrà certificare: entro 48 ore dalla presentazione dei risultati il governo regionale può dichiarare l'indipendenza, unilateralmente.
Come ha scritto ieri Daniela Ranieri, non è proprio la storia di Davide contro Golia.
Tutto questo certo non giustifica poi gli eccessi della polizia spagnola: fa specie notare come il referendum sia stato tirato dalla giacchetta in tanti.
E non è nemmeno corretto parlare di sconfitta dell'Europa, poiché gli indipendentisti vogliono rimanere nella UE.
1 commento:
Non credo però vorranno rimanere nell'Euro....Credo invece che la Catalogna abbia capito che se si rimane in questa moneta alla mercè della demenza tedesca, si continuerà in questa depressione economica che ci accompagna da ormai dieci anni.
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