Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
30 ottobre 2009
Ho sbagliato strada
Capita a tutti di sbagliare strada .. è notte, è buio, siamo a Roma, tante donnine attorno .. siamo tutti uomini di mondo.
Che la festa cominci
Ma a questo si unisce un'ironia mai troppo volgare e unica. Il comico e il grottesco, assieme.
Il libro parla di un vip, un palazzinare, che intende passare alla storia con una festa unica: " cuochi bulgari, battitori neri reclutati alla stazione Termini, chirurghi estetici, attricette, calciatori, tigri, elefanti" .
Pochi scrittori come Ammaniti sanno far ridere e piangere, da una pagina all'altra. Buona lettura!
Il sito di Niccolò Ammaniti.
Il link per ordinare il libro.
Carcerati di serie B
E dal carcere ne è uscito morto .
Dove sono i garantisti, oggi?
L'ex governatore Del Turco finisce in carcere, dopo l'inchiesta sulla corruzione in Abruzzo. Misure eccessive, si disse.
Il sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso (PD), finito in carcere e scarcerato dopo una settimana. Il fatto che il gip avesse cambiato idea dopo una settimana fu usato come arma per attaccare i magistrati.
Franco Pacenza, il capogruppo dei Ds in consiglio regionale della Calabria : tutto i parlamentari dell'allora Unione eletti in Calabria han fatto visita a Pacenza nel carcere di Cosenza.
Si potrebbe andare avanti.
Annozero ricatti
Che è iniziata con una precisazione "qui è difficile prendere la linea", riferendosi a Berlusconi e ai suoi interventi telefonici.
Il premier è invitato come ospite, e sarà trattato come Obama con Letterman.
La trattativa per il video.
Cosa c'è dietro la storia del caso Marrazzo? Certo, la debolezza dell'ex governatore.
Ma a ripercorrere la trattativa che l'agenzia Masi e i quattro carabinieri hanno portato avanti per venderlo ai vari giornali, fa pensare.
Giangavino Sulas, giornalista di Oggi, raccontava del contatto avuto ad agosto (il video con l'irruzione illegale è dei primi di luglio) con l'agenzia.
Il viaggio in macchina, il tentativo di bendarlo (come se dovesse incontrare Provenzano), il video visto sul computer in una palazzina, col maresciallo Tagliente.
L'accordo è per vendere il video a "Oggi" per 200000, ma poi pare che la direzione abbia deciso di non fare nulla.
Marrazzo? "bisognoso di coccole". Così dicono i trans intervistati sulle strade. Tutti lo sapevano.
Eppure da quello che si vedrebbe nel video, c'è un altro Marazzo: spaventato, dall'idea dei giornalisti .. "non mi rovinate".
Il presidente, il trans, poi uno stacco, la coca, il tesserino e una mazzetta di soldi.
C'è puzza di reato, la domanda di Santoro?
Ognuno dei partecipanti ha dato la sua risposta.
Per la Serracchiani la vicenda ha ancora delle parti confuse.
Per Storace, Marrazzo doveva denunciare i carabinieri subito il giorno dopo.
Belpietro, che pure lui lo ha visionato a fine settembre, si chiedeva con chi parlasse Marrazzo nel video? Cosa significavano quelle parole.
Infine Antonio Polito parlava di ricatto anomalo. I carabinieri chiedevano soldi a Marrazzo per non far girare il video, ma poi lo stavano vendendo a varie testate.
La puzza di reato la doveva sentire per primo Marrazzo: una irruzione senza mandato (?), in una casa privata .. la richiesta di soldi, il video.
Nell'ambiente dei trans si è detto che tutti sapevano. Natalie, Brenda, China. Sanno dei vip che frequentano i trans negli appartamenti di via Gradoli, anche.
Alla fine, potrebbe aver ragione Corona, quando dice che l'imboscata a Marrazzo l'avrebbe tesa un trans, confidente con un certo Nicola.
E parlano anche di un certo Rino, spacciatore, che faceva delle soffiate alla polizia per non finire in carcere.
Oltre a Oggi, il video fu offerto a Libero, allora diretto da Feltri, il 15 luglio. Le due giornaliste furono agganciate da un tale Cafasso, che chiese 500000 euro.
"non si può fare", la risposta del direttore.
Anche i giornalisti di repubblica e del Fatto, D'Avanzo e Gomez, ne erano a conoscenza.
Ok: ma siamo sicuri che nessuno l'abbia poi comprato? Siamo sicuri della condotta dell'ex presidente, in quelle settimane?
Marrazzo può aver subito dei ricatti, o ha solo subito una estorsione?
Perchè a nessuno è venuto in mente di denunciare la cosa?
In studio era presente la madre di Stefano Cucchi, il ragazzo morto nell'ospedale del carcere, dopo essere stato arrestato per possesso di droga.
Cosa c'entra questa vicenda con quella del presidente? Riguarda il comportamento a volte poco trasparente delle forze dell'ordine.
Il caso di Federico Aldrovandi. La morte di Gabriele Sandri. E l'ultimo caso di Stefano Cucchi.
Dalla polizia e dai carabinieri ci si aspetta il massimo della trasparenza, della fiducia: sia quando ti entrano in casa, sia quando si viene fermati.
Dopo il punto di Travaglio, che ha citato il questionario di Obama, usato per selezionare i suoi collaboratori (e che in Italia li avrebbe esclusi dalle cariche), si è affrontato il nodo del conflitto di interessi.
Difficile non parlare del premier, trattando di un caso che riguarda l'informazione.
Visto che anche Berlusconi pagò 20000 euro per le foto della figlia (per toglierle dal mercato), ma nessuno ne ha chiesto le dimissioni.
Come non ha denunciato le lettere (se mai gli sono arrivate) di Provenzano e Ciancimino.
La domanda è: ma possibile che tutti i politici siano ricattabili? E dunque, per evitare di finire nel sangue, tutti sanno e tutti se ne stanno zitti?
Berlusconi sapeva del video. Berlusconi ha evitato la sua pubblicazione (e la legge Frattini?).
Sapeva anche per il caso Boffo? Il conflitto di interessi porta anche a queste situazioni paradossali: se avesse denunciato, si sarebbe parlato di attacco politico. Non ha denunciato, e siamo qui a chiederci perchè non lo ha fatto.
Altra domanda: il 20 ottobre Marrazzo è convocato in procura. Pochi giorni dopo la notizia esce.
Nel frattempo, quei due/tre minuti di video han fatto il tempo di girare le redazioni. Significa che quello che si doveva fare, era già stato fatto?
Technorati: Annozero
29 ottobre 2009
La cura di Michele Ainis
Eccolo qua, il decalogo di proposte che il costituzionalista Michele Ainis formula per l'uscita del paese dalla guerra in corso.
La guerra contro i privilegi, l'assenza di merito, gli sprechi, la diseguaglianza di chi non viene rappresentato in politica (e limitare quanti invece sono ben rappresentati dalla classe dirigente).
Per arrivare ad un governo dei migliori, dopo un bel ricambio generazionale: disarmare le lobby, rompere le oligarchie sempre più autoreferenziali, uscire da questa nuova forma governativa solo all'apparenza democratica, in realtà anarchica (perchè risponde solo a se stessa e non a chi li ha eletti, che rappresenta gli letti ma non decide). Ma anche autoritaria, perchè prende decisioni senza in realtà rappresentare tutti gli italiani (non quelli che non votano, non quelli che han dato il voto a partiti fuori dallo sbarramento, non quelli della maggioranza eletta).
Il decalogo:
1 Disarmare le lobby
Contro il potere delle lobby serve disciplinare la libertà d’associazione, rendendo pubblici i nomi degli iscritti, stabilendo un regime di incompatibilità, demolendo la regola della cooptazione; e serve inoltre una legge sui gruppi di pressione, così come serve azzerare con un colpo di spugna gli ordini professionali.
2 Rompere l’oligarchia di partiti e sindacati
Partiti e sindacati nuotano in una zona franca del diritto, nessuna regola giuridica ne garantisce la democrazia interna; serve perciò una legge contro il potere delle loro oligarchie, e per converso serve togliere i vincoli di legge per candidarsi alle elezioni.
3 Dare voce alle minoranze
Per restituire fiato alle energie penalizzate da una discriminazione di genere o di razza o di qualsiasi altra natura, per superare il pregiudizio che mortifica le qualità degli individui, servono azioni positive precedute da analisi statistiche, e che siano inoltre temporanee, irretroattive, flessibili e graduali.
4 Annullare i privilegi della nascita
Per superare le strettoie del nepotismo, per neutralizzare almeno in parte i privilegi della nascita, servono da un lato le imposte di successione; dall’altro lato, una penalità per chi concorra ad ottenere la stessa posizione che hanno già raggiunto i propri genitori.
5 Rifondare l’università sul merito
Per restituire all'università la propria autorità perduta bisogna inocularvi la linfa della meritocrazia; bisogna perciò abolire il valore legale del titolo di studio, liberalizzare gli stipendi dei docenti, mettere un voto in pagella ai professori.
6 Garantire l’equità dei concorsi
Contro i favoritismi, contro gli abusi che inquinano assunzioni e promozioni dei dipendenti pubblici, servono procedure garantite dal sorteggio dei commissari di concorso.
7 Neutralizzare i conflitti d’interesse
Per rompere gli interessi coalizzati è necessario dividere con un colpo d'accetta controllati e controllori, vietando ai primi di scegliersi i secondi, abolendo l’autodichia, proibendo o scoraggiando le doppie poltrone.
8 Favorire il ricambio della classe dirigente
Se il potere è chiuso a chiave da un’oligarchia impermeabile al ricambio, se nella società politica così come nella società civile si moltiplicano le poltrone a vita, è necessario imporre la rotazione delle cariche (e delle sedi) attraverso un limite assoluto di due mandati per ogni cittadino.
9 Impedire il governo degli inetti
L’ignoranza al potere si combatte reclamando un titolo di studio per chi si presenta a un’elezione, e reclamando inoltre precise competenze per chi ricopre ruoli di governo.
10 Promuovere il controllo democratico
Per accorciare la distanza fra governanti e governati serve un’iniezione di democrazia diretta, sia nella società politica, sia nella società civile; più in particolare, bisognerà introdurre la revoca degli eletti e generalizzare la mozione di sfiducia, sia verso i presidenti delle assemblee parlamentari, sia verso i rettori, i dirigenti sindacali, i presidenti di qualunque circolo sociale.
Esposti i dieci punti, Ainis fa una sua amara considerazione: finchè continueremo ad aspettare il cambiamento dall'alto, dai vertici del Palazzo, non otterremo nulla.
Come può, l'attuale gruppo dirigente che ha portato a questa forma di "repubblica degli inetti", trovare e approvare le riforme che li spazzino via?
Diceva Einstein che "Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha generato."
Potrebbero i lorsignori in Parlamento, nei seggi regionali, nelle varie Authority, nel CSM, approvare l'idea del recall del voto (ovvero togliere li mandato per irregolarità)? Dei due soli mandati in cui si può occupare una sedia?
L'idea di arrivare a referendum anche propositivi? Di riformare i partiti (e i sindacati, e la magistratura, e gli organi di controllo del governo) per eliminare le doppie poltrone, i conflitti di interesse, per restituire trasparenza ai meccanismi elettivi (non più la semplice cooptazione, o la nomina)?
Sono terapie d'urto (per cui si può essere contro a favore): il libro è rivolto a chi oggi, ha l'età e la voglia di portare avanti queste proposte per tramutarle in una proposta di legge popolare.
Una proposta, una iniziativa, che arrivi dal basso: perchè nonostante quanto ci viene propinato, il pesce puzza dalla testa. Non è vero che l'attuale casta partitica rappresenta la società.
Perchè questo è un Parlamento di nominati. Zelanti, pronti a cantare seguendo il coro. Con poche eccezioni.
E dobbiamo dare questa inizione di democrazia diretta, prima che lo sconforto, la rassegnazione, la sfiducia non superino i livelli di guardia.
Perchè quando la fiducia in questa democrazia, nei suoi organi garanti e costituenti dovesse mancare, è l'intero Stato che inizierebbe a scollarsi, a disfarsi.
E' in gioco il nostro futuro.
L'università e il merito secondo il centrodestra
Il commento di Sandro Bonazzi sul Fatto:
Meno autonomia uguale più merito. E più privato uguale più
qualità. Sono queste le equazioni che stanno dietro il provvedimento
sull’università approvato ieri da Palazzo Chigi. Era dai tempi del sedicente
“pacchetto sicurezza” che il volto ideologico della destra che ci governa non
lasciava un’impronta tanto nitida.
La realtà della riforma va oltre gli slogan ed è di
volgare concretezza: come per la scuola, non c’è un soldo bucato neppure per gli
atenei. Giulio Tremonti non sgancia e la Gelmini, che proprio ieri ha confessato
al suo ideologo di riferimento Maurizio Costanzo di voler crivere un libro di
“favole regionali” manco fosse Italo Calvino, copre così la sua triste realtà di
piccola fiammiferaia di Viale Trastevere. Ci sono meno denari per gli studenti
più bravi, ma si racconta che i criteri di attribuzione saranno più severi
e meritocratici. Ci sono meno soldi per gli atenei pubblici e si
restringe ulteriormente il diritto allo studio sancito dalla Costituzione,
ampliando il ricorso agli odiosi test d’ingresso. Si vuole limitare l’offerta
formativa delle università statali, limitandone l’autonomia, e si copre il tutto
con l’ingresso del famoso “mercato”.
Non ci sono i soldi: non ci sono i soldi per la sicurezza (e i poliziotti scendono in strada); non ci sono soldi per il taglio dell'Irap (e le piccole imprese che faranno?).
In compenso, è pronta per partire l'Agenzia per il nucleare (con che costi): a guidarla sarà il generale Jean, reduce dalla brillante esperienza con la Sogin.
Dal lodo Alfano al lodo Consolo
3 ore Milano Roma
Altra considerazione: ai pendolari che, come me non abitano a Milano per lavorare a Roma, poco importa dell'alta velocità, presi come sono dai problemi di tutti i giorni. Ritardi, disagi, sconfort.
Pensate anche a noi, ogni tanto.
28 ottobre 2009
Chi rispetta le regole ha tutto da guadagnare?
PS, guardatevi le vignette ..
Marcia su Roma
Mentre le squadracce erano bloccate dal fango, i gerarchi intessevano la tela con i vertici della casa reale.
Facta chiese lo stato d'assedio, il re rifiutò.
Da lì, l'incarico a Mussolini (che arrivò comodamente in treno), il primo governo con i fascisti, le elezioni del 1924, le leggi fascistissime e la dittatura.
Era il caos, per la crisi post bellica, per la debolezza del governo, per la scarsa autorità del re.
E arrivò il fascismo a mettere in ordine le cose, quantomeno a far arrivare in orario i treni.
Oggi sulle strade di Roma manifestavano i poliziotti contro i tagli alla sicurezza di Brunetta.
Prima ancora i precari della scuola.
E i palazzi a Roma sono nel caos anche per le notizie che si susseguono su altri video trans-erotici, dopo quello di Marrazzo.
Farà bene o male questo caos, alla classe politica attuale? Il PD di Bersani aprirà al dialogo sulle riforme della giustizia? Ci sarà l'alleanza con l'UDC (e Casini che fine farà in questo casino?).
La terra promessa della mafia
Provenzano ai suoi uomini "la nostra Terra Promessa è vicina e sono io che vi ci porterò".
E quale è la terra promessa di Bernardo Provenzano?
Rendere invisibile la mafia.
E chiedere la revisione dei processi.
La mafia invisibile è quella che esiste solo nelle fiction.
Non quella dei papelli, della trattativa stato mafia e delle stragi del 93.
La magistratura ha riaperto le inchieste (e il filone sui rapporti tra mafia e politica)?
Ed ecco spuntare la proposta di una commissione parlamentare di inchiesta.
Chi la propone? Un politico indagato e condannato in primo grado per concorso esterno in mafia.
Gli ultimi giorni - lo sfogo a Ballarò
27 ottobre 2009
Mills è stato corroto (anche in appello)
Corrotto da Berlusconi, che come presidente del Consiglio, prenderà pure il risarcimento di 250000 euro.
In un altro paese farebbe più scandalo questa notizia che non gli incontri sessuali dell'ex presidente Marrazzo.
In un altro paese non ci si sognerebbe nemmeno lontanamente di dire : "tanto c'è la prescrizione" .. oppure "una volta si conferma che a Milano non si possono celebrare processi ".
Chi ci mette la faccia, chi altro
Negli ultimi giorni, infatti, nelle conversazioni private Berlusconi è stato chiaro: la politica economica la decide il premier che poi è quello che ci mette la faccia davanti agli elettori.
Dunque: Berlusconi ci mette la faccia, Tremonti il posto, e cosa ci rimettono operai e piccole imprese?
Segnala Gilioli, una questione non da poco: l'autodenuncia del premier sul conflitto di interessi.
Mi pare che pochi in giro si siano accorti dell’autodenuncia di Berlusconi.
Se è vero (come riporta perfino il suo Giornale) che avendo saputo del video di Marrazzo il Cavaliere ha dato ordine affinché nessuno dei suoi media lo acquistasse, ha evidentemente violato la legge Frattini sul conflitto d’interessi, fatta dallo stesso Berlusconi.
PS: ai nostalgici della prima repubblica, vorrei ricordare che nella Prima Repubblica succedevano esattamente le stesse cose (forse non ce lo ricordiamo più).
Leggetevi "L'anello della prima repubblica" di Stefania Limiti , per un approfondimento in materia:
"indirizzare scandali, campagne di stampa, corruzione, sparizione di documenti, reperti fascicoli, ricatti, momentaneo arruolamento di delinquenti con la logica di singole operazioni, intercettazioni illegali, dossieraggio, incidenti pilotati, informazione politica manipolata e/o inquinata".
Buona lettura.
Buona o cattiva informazione?
A che punto è la ricostruzione a Messina? In Abruzzo? Come stanno procedendo i lavori per l'Expo 2015 a Milano? E a Como, dove la giunta Bruni aveva issato su un bel muro (della vergogna) a nascondere il lago, senza dire niente a nessuno?
Perchè nessuno parla del disegno di legge sugli stadi italiani, che sembra un bel favore ai costruttori e al partito del cemento?
Perchè nessuno (o comunque in pochi) segue i processi a Palermo (Dell'Utri, Mori), il processo Mills a Milano?
Perchè su queste cose nessuno informa i cittadini?
Torniamo al caso Marazzo, invece. Nonostante la mole di informazione, alcuni miei dubbi rimangono.
Perchè nè Marrazzo, nè Berlusconi si sono rivolti alla magistratura?
La cura di Michele Ainis - pretesti di lettura
Una guerra silenziosa arma l’uno contro l’altro gli italiani. E’ la guerra del diritto contro il priviliegio, dell’equità contro l’ingiustizia. E’ anche la guerra dei più giovani contro il potere degli anziani. Delle donne contro le strettoie d’una società maschile. Dei singoli contro il concistoro delle lobby. Dei talenti contro i parenti. Più in generale degli spiriti liberi, dei senza partito, contro l’obbedienza cieca e serva reclamata dalla politica.
La guerra contri i privilegiati, dei raccomandati, sul nepostismo, sul clientelismo, sul maschilismo.
Privilegi, raccomandazioni, clientele, lobby, che affossano il merito, l'efficienza del nostro stato, alimentano sperperi.
Tolgono, alle persone che avrebbero le capacità, il rigore, la forza di occupare posizioni di controllo , dirigenziali, ma che hanno la sfortuna di non avere la tessera giusta, la possibilità di prendere e salire sull'ascensore sociale.
Quale la cura?
Le 10 proposte che Michele Ainis formula nel suo libro.
Il link per ordinare il libro su ibs.
26 ottobre 2009
Report - L'Era del debito
29000 euro per abitante: un debito cresciuto negli anni 80, che si è cercato di contenere con le svendite dei "gioelli" di stato negli anni 90.
Il forte debito è stato detto, dal ministro Tremonti, è un ostacolo all'attuazione delle leve per la ripresa.
Non possiamo mettere più soldi per alleggerire le tasse, per aumentare o estendere il welfare.
Report, nell'inchiesta di Stefania Rimini, ha digerito per gli italiani (quelli ancora interessati alla politica) il debito.
"Speriamo non vi vada di traverso" spiegava la Gabanelli all'inizio della puntata.
E a qualcuno deve essere veramente andata di traverso la puntata.
Alle imprese della brianza (come quella della signora Bonacina), in crisi e costrette alla chiusura.
O a Limatola (nel beneventano), dove mancano strade e infrastrutture di altro tipo che permettano di arrivare alle imprese della zona.
Il fatto che siamo in tanti ad avere un debito alto. Noi e la Germania ad esempio: anche le imprese tedesche sono in crisi perchè basate fortemente sull'export.
E oggi che le industrie hanno intrapreso la politica di svuotare i magazzini, e di lavorare solo su un ordine, sono calate le richieste, per tutte le altre aziende dell'indotto.
Quando si uscirà dalla crisi, c'è da attendersi un incremento dei tassi di interesse. In Germania, per uscire dall'emergenza, può permettersi di spendere più dell'Italia perchè ha un minor debito.
Il paese investe in ricerca, in strade, in modernizzazione delle infrastrutture. In Italia, le imprese non riescono nemmeno a farsi pagare dallo stato.
E quando si parla di inrastrutture, si parla di progetti realizzati in decenni, con costi che raddoppiano.
Anche la Cina ha un suo piano di ripresa che la sta facendo tornare ai livelli produttivi di prima.
Quando le imprese italiane usciranno dalla crisi: dall'inchiesta di Report emerge che molti settori non torneranno mai ai livelli di produzione di prima della crisi.
Altri settori, stritolati dalla concorrenza sleale dei cinesi (i divani a Forlì, il tessile a Prato), si stanno estinguendo.
Altri ancora, si perdono perchè le aziende delocalizzano, portano fuori competenze e tecnologie.
La piccola e media impresa ialiana si basa sul prodotto artigianale, made in Italy: prodotti ad alta qualità.
Dovremmo puntare sulla ricerca, sui nuovi brevetti, sulla tecnologia anzichè su prodotti a basso valore tecnologico.
Invece i centri di ricerca, come quello della Nokia a Cinisello, Technolabs a l'Aquila, chiudono.
E su questo fronte, lo stato italiano ha investito e investirà poco.
La deduzione alle aziende per le spese sulla ricerca, era legata ad un fondo con un tetto.
Molte imprese che speravano di avere diritto ad un credito di imposta del 10%, non sono riusciti ad averlo (in Germiania lo stato mette 7500 euro, per l'innovazione, sempre meglio che niente).
Banca di Italia, gli organismi internazionali e le associazioni di settore chiedono al governo le riforme strutturali che permetterebbero di contenere il debito, ma in Italia si preferisce affrontare l'emergenza.
Incrociare le braccia e aspettare la fine della crisi, per gganciare il vagoncino Italia alla locomotiva della produzione.
E se così non dovesse essere? Quanto possiamo aspettare?
Le persone in Cassa integrazione già oggi si rivolgono alle strutture come la Caritas per il mangiare. E non ci sono garanzie che, nel 2010 come si dice, tutti riescano a trovare un lavoro.
E le piccole imprese ricevono meno credito dalle banche di quanto ne avrebbero bisogno: erano abituate a lavorare a debito e oggi sono costrette a rientare. Le banche dall'altro canto, preferiscono investire in titoli di Stato.
La BCE da i soldi alle banche ad un tasso di sconto del 1% e queste lo fanno pagare ad un tasso del 8%.
Come e quando ne usciremo dalla crisi? Ne usciremo meglio o peggio?
C'è da essere un pochetto preoccupati. Il mondo è cambiato, e forse sperare come fanno in tanti che le cose si sistemeranno come sempre (che tanto le famiglie italiane sono risparmiose, che le banche sono sane), non è sufficiente.
Anche a livello europeo, non è stata presa una strada univoca in materia economica, ogni paese è andato avanti per conto proprio.
Technorati: Report
L'uomo che verrà di Giorgio Diritti
Lo sterminio delle SS avvenne negli ultimi di settembre 1944: fu compiuto dalla XVI divisione SS panzergrenadier (la divisione assassina, la stessa di Sant'Anna di Stazzema), dal battaglione esplorante del maggiore Reder. 800 morti, di cui 250 bambini.
Il video dell'intervista sul sito della Rai.
L'uomo in noir - Indagine su Carlo Lucarelli
Quale modo migliore di festeggiare il compleanno che non leggersi la sua autobiografia fatta da Grazia Ferrari per Aliberti ed.
Una biografia fatta mettendo assieme pezzi di interviste televisive, sui giornali o in incontri pubblici.La sua vita, i suoi genitori, i suoi nonni.
La passione per il giallo, per i libri di Ellroy, Scerbanenco, De Angelis, Chandler.
I primi libri, le prime esperienze come scrittore, raccontando di quel commissario di polizia durante gli ultimi mesi del fascismo, "Carta bianca".
Dal commissario De Luca, all'ispettore Coliandro, l'antieroe per eccellenza: pasticcione, pieno di pregiudizi, ma generoso e capace di stare in piedi a prendere cazzotti finchè l'indagine non si risolve.
Dai libri alla carriera telvisiva, con la fortunata serie Blu Notte, che è partita dai gialli irrisolti del nostro passato, ai grandi misteri d'Italia (piazza Fontana, la strage alla stazione di Bologna ..). Il mestiere del raccontare le storie, la passione per il giallo, per il thriller, per la tensione.L'importanza della memoria.
«Paura, eh?»
Le prime rivelazioni del libro:
Scrittori lo si può diventare in tutti i modi, secondo me. Narratori è una categoria particolare. Sono tutti quei bambini che tornavano da scuola e raccontavano quello che era successo in classe. Poi alcuni di questi bambini tornavano — e io ero uno di quelli — e invece di dire: «Oggi è successo così e così», dicevano: «Non immaginerete mai cosa è successo stamattina a scuola». E quando i genitori ti chiedono: «Cosa?», tu bevi un bicchiere d’acqua. Questa è la suspense, cioè la differenza tra il narratore di thriller e il narratore di altre storie. Non so se si diventa anche narratori, però se ci nasci fai prima»
Il link per ordinare il libro su ibs.
Lucarelli su facebook.
Il blog di Carlo Lucarelli
Technorati: Carlo Lucarelli
Mafie - Nicola Gratteri a Che tempo che fa
Cominciamo dal ruolo della ndrangheta nel commercio della droga: un ruolo da monopolista, quasi, nell'importazione della coca dal sudamerica, dove si fanno profitti quasi da manovra finanziaria.1 kg di coca viene comprato dai broker in Colombia per 2400 euro; 1 grammo di coca tagliata viene venduta a Milano a 50-6o euro.
Il papello: non poteva parlare per motivi ovvi, Gratteri.
Ma una cosa l'ha detta: Riina è il mafioso più odiato dalla mafia, per la guerra che ha voluto portare avanti contro lo stato.
Perchè le mafie e la ndrangheta non sono ne di destra ne di sinistra: semplicemente appoggiano i cavalli vincenti e poi chiedono conto del blcco di voti che riescono a spostare.
La Santa: una camera di compensazione tra mafia e massoneria deviata, che permette ai boss di incontrare professionisti della società civile (avvocati, medici, magistrati...).
Il mito della Galleria di Milano: i corrieri della droga hanno il mito di passare una bella serata a Milano, nella Milano da bere, e di arricchirsi col traffico di droga.
In realtà molti finiscono arrestati (la ricchezza nelle locali è in mano al 10% delle persone) e lasciano le loro mogli a casa con i figli, come fossero delle vedove bianche. In quelle zone si registra anche un grande uso di psicofarmaci.
La riforma delle intercettazioni.
In sintesi, la riforma è un disastro.Perchè toglie agli investigatori uno strumento di indagine. Nella ndrangheta il numero di pentiti è notevolmente inferiore a quello delle altre mafie (50, contro i quasi 1000 di Cosa nostra).
Siccome costa molto di più fare una indagine con pedinamenti e mezzi tradizionali (avendo il governo tagliato i fondi alla polizia), significa lasciare spazio alle mafie.Il costo di una intercettazione è di 12 euro + iva.
Se il problema è la sicurezza, basta mettere delle password sui file, sui computer: farsi aiutare dalla tecnologia. non possiamo, per la privacy, butttar via il bambino con l'acqua sporca.
L'utilità della commissione antimafia: non c'è bisogno di commissioni o consulenti per sapere cosa è la mafia. E' inutile sprecqare questi soldi, per convegni che non servono a nulla.Cosa si dovrebbe fare allora:
- Togliere il patteggiamento in appello, diventato un accordo tra pm e avvocato sullo sconto di pena.
- Togliere il rito abbreviato per reati mafia. Si perde tempo e allungano il processo.
- Estendere il 416 bis anche al traffico di stupefacenti.
Una cosa ho capito - diceva Gratteri - che chiunque è al potere, non vuole una scuola che funzioni e un sistema giudiziario forte e efficiente.
Con una scuola che funziona, la gente inizierebbe a pensare e non si assueferebbe a certi modi di pensare.
Le mafie hanno i loro uomini nella pubblica amministrazione, nei comuni e nelle regioni.Si dovrebbe modificare il reato di "voto di scambio" (416 ter): dovrebbe combattere anche il voto in scambio di favori.
Lo scudo fiscale servirà a far rientrare capitali mafiosi? Sicuramente (su antimafiaduemila).
La vita sotto scorta: Nicola Gratteri è sotto scorta da 20 anni, in cui ha subito 2 attentati, sventati: "non mi sento solo, migliaia di persone che credono in mee io vado avanti".
"Fratelli di sangue", il libro di Nicola Gratteri e Nicaso Antonio.
Intercettazioni: "ecco perche' la mafia non le vuole" l'articolo di Antonio Ingroia su antimafiaduemila.
25 ottobre 2009
Quer pasticciaccio brutto de via Gradoli
Certo, questa vicenda, per come si è sviluppata, non può che far pensare male.
Primo: il video risale a luglio, girava la voce della sua esistenza nei palazzi romani da mesi.
Come mai solo ora, sotto le elezioni regionali, nei giorni precedenti le primarie del Partito Democratico, scoppia il caso?
Secondo: il TG1 si è difeso dall'accusa di non aver parlato del caso escort Berlusconi (e del noemigate), per voce del direttore Minzolini, dicendo che non parlava di gossip. Sabato, il caso Marrazzo, con tutti i dettaglio, era la prima notizia. Forse che andare con un trans è considerato un'aggravante rispetto ad altri che hanno frequentato una minorenne? I TG non ci hanno risparmiato nulla: la coca, i trans (con tanto di nome), il video (o i video, si cice oggi che siano due )
Terzo: le quattro mele marce, i carabinieri che han cercato di ricattare Marrazzo, si sono rivolti prima ai giornali, poi agli ambienti politici, infine han ricattato l'ex presidente. Segno che sapevano bene quale fosse l'uso da farne, del video. Nessun direttore lo ha comprato? E chi lo dice?
Quarto: via Gradoli 96, la via del covo delle BR, nel sequestro Moro. La palazzina con molti appartamenti riconducibili al Sisde, e il covo fatto ritrovare con la perdita d'acqua. Vogliamo fare dietrologia? Chi ha voluto capire ha capito ..
Infine, il problema interno al PD. Sarà anche una debolezza, quella di Marrazzo. Ma è inevitabile chiedersi che strada sta prendendo il partito.
E mentre il paese si divide tra chi pensa sia meglio andare a escort che andare a trans (come si può leggere sul Giornale, per l'articolo di Veneziani), non possiamo dimenticarci che nella evoluta Italia del 2009, è morto Elvis, un bambino di 6 anni, morto per le esalazioni del gas della stufetta (dopo che l'ENEL aveva staccato la corrente).
Per non parlare della manifestazione di ieri in Calabria contro la nave dei veleni, dei tanti cittadini preoccupati per la loro salute.
Del rischio frane a Palermo e nel messinese.
Dei raccomandati di Mastella, e delle bonifiche e fondi neri qui in Lombardia, a Milano.
Blu notte - Dentro Cosa Nostra
La parola è pentimento.
Per raccontarla Blu notte ha raccontato tante storie, simili, di pentiti, confidenti, collaboratori di giustizia. .
Una storia che inizia con tre immagini.
Leonardo Vitale, nell'ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto. Dove è sottoposto pure all'elettroschok.
Don Masino: 15 luglio 1984, aeroporto di Fiumicino. Esce dall'aereo accompagnato da due uomini della criminalpol di De Gennaro. La coperta nasconde le manette.
Salvatore, che segue un prete, nel 1993: sotto il giubbotto nasconde la pistola con cui deve uccidere li prete.
Il prete lo guarda e sorride. L'uomo è Salvatore Grigoli, oggi collaboratore di giustizia.
La storia dei pentiti di Cosa nostra: la storia della mafia che parla.
“Io volevo essere fermato prima” dice Grigoli “se lei fa quello che ho fatto io, quello che fa scalpore è che tutti i reati li ho fatti da incensurato”.
All'inizio nemmeno non si parlava né di pentiti né di cosa nostra. Si parlava di maffia.
In Sicilia siano già avvenuti omicidi eccellenti, come quelli del presidente del Banco di Sicilia, Emanuele Notarbartolo del 1893.
Del mostro silente che era la mafia ne avevano parlato nella loro inchiesta i deputati Sonnino e Franchetti.
La storia dei pentiti, dei collaboratori con la giustizia, parte da lontano.
Estate 1876: guerra di Monreale, quella di cui parla il primo pentito di mafia, Salvatore D'Amico. Fa i nomi alla polizia degli altri “stuppaglieri”, o compari: si arriva ad un primo processo per mafia, che finisce in nulla.
Ermanno Sangiorgi è il questore di Palermo, un romagnolo sanguigno: ha capito che la mafia è un mostro che si estende su tutta la città, non si tratta delle solite bande.
Nel 1898, una delle prime guerre delle famiglie mafiose, coinvolge tutta Palermo. Morti nelle strade, ma anche omertà, il coinvolgimento di famiglie aristocratiche, che si rifiutano di comparire davanti alla legge. Francesco Siino, uno scampato a questa guerra, decide di parlare.
Parla dell'organizzazione regionale della mafia, una società con lo scopo di gestire affari illeciti come quello del gioco d'azzardo.
Un sodalizio criminale che vede assieme contadini, sacerdoti, borghesi e arriva a sfiorare l'aristocrazia.
Nel 1901 si arriva al processo a Palermo: Siino ritratta le accuse e il procuratore generale arriva a a sostenere che la mafia non esiste. Il questore Sangiorgi è trasferito.
1937: Melchiorre Allegra è un medico. Depone davanti alla polizia, raccontando del suo essere mafioso, sin dal 1916. Racconta tutto della mafia: il rapporto del dottor Allegra è insabiato. Verrà trovato e riportato sul giornale L'Ora, dal giornalista Mauro De Mauro.
Ogni tanto la mafia parla, ma nessuno, all'epoca, sembra volerla ascoltare.
Stati Uniti, anni 60: l'amministrazione Kennedy decide di mettere sotto indagine la mafia. Si crea una commissione in Senato sul fenomeno mafia. In senato depone Joe Valachi dove per la prima volta si fa il nome vero dell'organizzazione: “Cosa nostra”.
1973: Leonardo Vitale. 10 anni dopo Valachi, in Italia qualcuno decide di parlare. Vitale è un mafioso che, un giorno si presenta di fronte al dirigente della Mobile Bruno Contrada e al giudice istruttore Rizzo.
È un mafioso importante: nel suo territorio nel 1971 i corleonesi hanno ucciso il procuratore Pietro Scaglione. Vitale sente il bisogno di parlare, per una questione di rimorso, rincrescimento per ciò che ha fatto.
I sequestri, gli omicidi. Ma racconta anche dell'omicidio del giornalista Mauro De Mauro, delle tangenti, dei rapporti tra mafia e politica (fa il nome di Vito Ciancimino). Parla della Commissione provinciale e dell'ascesa dei Corleonesi di Riina.
Il magistrato fa stilare una perizia sul suo stato mentale: il colleggio di medici sostiene che quando parla di mafia è attendibile.
Ma al processo del 1977, vengono condannati lui e suo zio Titta. Viene trasferito in manicomio dove esce nel 1984. In manicomio ha subito il trattamento dell'elettroschok.
Ma la mafia non si è dimenticata di lui: il dicembre 1984 salda i conti uccidendolo, al ritorno dalla messa.
La sentenza di rinvio a giudizio del maxi processo per mafia, cita le rivelazioni di Vitale, auspicando una rivalutazione della sua memoria.
Anni 80.
Il fenomeno dei confidenti mafiosi aumenta. Si tratta di mafiosi che prendono le distanze dai vertici della cupola. Come Giuseppe Di Cristina, boss di Riesi , in conflitto con i Corleonesi di Riina.
Di Cristina inizia a collaborare con i carabinieri, facendo rivelazioni tese a danneggiare Riina.
Il 30 maggio 1978 i killer corleonesi lo fanno fuori.
Di Cristina aveva iniziato a raccontare del progetto di Riina di far fuori il Giudice Istruttore Cesare Terranova, che verrà ucciso nel settembre 1979.
Il posto di Terranova verrà preso dal Giudice Istruttore Rocco Chinnici: a sua volta ucciso da un'autobomba in via Pipitone, nel 1983.
Chinnici, Ninni Cassarà (della questura di Palermo), il capitano D'Aleo: sono gli investigatori che avevano seguito le indagini sulle dichiarazioni di Di Critstina, verranno tutti uccisi.
Il pool antimafia.
Viene creato dal giudice Caponnetto. I giudici Falcone, Borsellino, Di Lello, Guarnotta proseguono il lavoro di indagine contro la mafia.
Tommaso Buscetta: il pentito che da la svolta alla storia del contrasto alla mafia e che permette al pool di fare il salto di qualità è Tommaso Buscetta. Il boss dei due mondi (perchè aveva organizzato un traffico di droga col sudamerica), è da tempo scappato in Brasile, perchè appartenente alla famiglie perdenti (i Bontade Inzerillo) della seconda guerra di mafia.
Riina gli fa uccidere 14 parenti: negli anni della “Mattanza” il numero die morti per le strade a Palermo e provincia arriva a cifre inverosimili.
1000 moti dal 1978 al 1983.
Nel 1983 la polizia brasiliana arresta Buscetta e nel 1984 viene estradato in Italia.
Con le sue rivelazioni si iniziò a conoscere la vera struttura (piramidale e verticistica) della mafia: soldati, famiglie, capimandamento e commissione provinciale, o cupola.
Altri mafiosi seguono “l'esempio” di Buscetta.
Totuccio Contorno, un uomo di Bontade, che collabora (dopo la benedizione di Buscetta stesso) con Cassarà.
Francesco Marino Mannoia: gestiva la raffinazione dell'eroina per i Bontade.
Antonino Calderone, delle famiglie perdenti di Catania.
Sono 400 i pentiti di mafia, in quegli anni: parlano per non essere uccisi in quella mattanza, e per non finire in carcere.
In quegli anni non esisteva una vera e propria legge sui pentiti di mafia; nei primi anni 80, la prima valanga di pentitismo coivolse la Camorra.
La cattiva gestione dei quali spinse in molti a porsi delle domande: perchè dare degli sconti di pena a dei mafiosi? Perchè permettere loro di compiere delle vere e proprie vendette contro i criminali che accusavano? Era un pentimento reale? Buscetta, lo ammise lui, non era pentito di nulla.
Era semplicemente deluso della nuova mafia.
Falsi pentiti, pentiti che confezionano polpette avvelenate, depistaggi, tentativi di screditare altri pentiti: gli stessi inquirenti dovevano essere cauti nel loro utilizzo. Lo stesso Falcone pesava con molta attenzione le rivelazioni che riceveva.
Il maxi processo si celebrò, grazie a quanto aveva raccontato Buscetta e gli altri, il 10 febbraio 1986. Arrivò a condannare 365 persone, con 19 ergastoli.
Nel 1992 la Cassazione lo confermò.
Gli anni 90: la guerra tra Stato e mafia.
Gli anni sono 90 sono gli anni delle bombe, delle stragi, ma anche della risposta dello stato. Col 416 bis, col carcere duro.
Se la vicenda della trattativa tra esponenti dello stato con la mafia è ancora parzialmente da chiarire, rimane un fatto che in quegli anni sembra che finalmente, si stia per dare il colpo finale a Cosa Nostra. E alcuni mafiosi decidono di pentirsi.
Gaspare Mutolo, autista di Riina.
Pino Marchese, marito della sorella di Leoluca Bagarella.
Salvatore Cancemi: si pente dopo essersi permesso di dire, durante una riunione dove zu Totò aveva tirato fuori un elenco di persone da far fuori “ma come, proprio tutti li dobbiamo ammazzare”?
La legge sui pentiti.
Si arriva ad una legge per i pentiti di mafia (sulla falsariga dei pentiti del terrorismo), che protegge i parenti delle vittime da vendette trasversali (la famiglia di Contorno ebbe 20 morti) .
La legge 81/1991 sui pentiti arrivò anche dopo l'omicidio del giudice “Ragazzino” Rosario Livatino: prevedeva la protezione dei testimoni di giustizia, dei collboratori e dei parenti delle vittime.
È una legge che suscita proteste e polemiche, per i soldi che venivano concessi ai criminali, col programma di protezione.
Pentiti che continuavano a commettere reati: come Balduccio di Maggio che commise dei reati (per poi sparire) mentre era sotto protezione.
Come Totò Contorno, arrestato per spaccio.
Come Gioacchino La Barbera, sorpreso con del esplosivo addosso.
Pentiti con licenza di uccidere si disse.
Ma anche i boss pentiti parlano.
Giovanni Brusca (150 omicidi addosso).
Nino Giuffrè.
Angelo Siino, ministro dei lavori pubblici di Cosa Nostra, l'inventore del tavolino a 3 gambe: la mafia, la politica e gli imprenditori. Che si dividevano la torta dei lavori pubblici, in Sicilia.
2% ai politici, 2% alla mafia, 0,5% alle commissioni di controllo.
Riina si inventò la “tassa Riina”: un 0,8% sui lavori pubblici da destinare alle armi, alla cassa per i detenuti, per gli avvocati.
I boss pentiti parlano di alcuni fatti del passato: la morte del presidente dell'Eni Enrico Mattei; del giornalista Mauro De Mauro, di Roberto Calvi. E del Golpe Borghese.
La collaborazione dei pentiti, porta alle tante vendette trasversali di parenti: come quella del figlio di Santino di Matteo (che collaborò col giudice Caselli), Giuseppe di Matteo. Rapito da Giovanni Brusca nel novembre 1993, fu tenuto ostaggio per 2 anni, prima di essere strangolato e sciolto nell'acido.
Le rivelazioni iniziano a toccare anche esponenti della società civile; si inizia a parlare dei legami con la politica (che Falcone e anche Buscetta, evitarono di trattare perchè troppo presto).
Sono gli anni 90, gli anni di Tangentopoli, del crollo del muro, della fine della Prima Repubblica:
“i politici sono stati il condimento della mafia .. senza i politici la mafia non avrebbe potuto fare quello che ha fatto in Sicilia ”.
I pentiti fanno i nomi dei politici: in quegli anni, finisce indagato e poi sotto processo il senatore Giulio Andreotti.
Nel febbraio 2001 viene approvata con ampia maggioranza la nuova legge sui pentiti, che limita parzialmente i benefici: un quarto della pena deve essere comunque scontata e soprattutto, il pentito ha 180 giorni per raccontare ciò che sa.
Secondo alcuni sono norme che limitano eccessivamente i benefici, tanto che il loro numero cala: dai 428 del 1996, ai 237 del 2007.
Piano piano, la mafia smette di parlare. Gli equilibri nella guerra tra stato e mafia, si stanno di nuovo spostando?
Ma le rivelazioni di queste persone hanno anche un valore culturale: i gesti, i riti di iniziazione come la santina e la punciuta.
Ora, il mostro che fa paura ha un nome, non si può più dire che non esista, anzi, in certe regioni, sono proprio certi atteggiamenti che raccontano del contesto mafioso.
Di come sia molto facile farvi parte e poi molto difficile uscirne.
Come nel caso di Giuseppina Vitale, ora collaboratrice di giustizia, ma che si è ritrovata come capomandamento delle famiglie di Partinico, poiché tutti gli uomini della sua famiglia (mafiosa) erano stati arrestati.
Implicata in un omicidio, quello dell'imprenditore Giuseppe Riina, e negli affari della sua famiglia, è stata arrestata nel 2003.
Il suo concetto di pentimento: “non ha senso dire che mi sono pentita di ciò che ho fatto .. ciò che ho fatto ho fatto .. al più posso essere pentita di ciò che avrei potuto fare nel futuro”.
Queste testimonianze spiegano come la mafiosità si infili in tutto, nei punti deboli della società, nella politica, come un gas venefico.
Francesco Campanella: da giovane si iscrive ai giovani della DC, diventandone segretario. Alle elezioni comunali, decide di candidarsi: “hai chiesto il permesso alla mafia”? Nella sua famiglia la mafia è già entrata: i suoi zii, i Cottone, sono amici del boss Michele Greco.
Col permesso della mafia, entra allora in Consiglio, firma delibere, ma non a favore della comunità, della mafia.
Al suo matrimonio, nel 2001, partecipano i capi del suo partito: Totò Cuffaro e Clemente Mastella.
“Sono diventato mafioso senza accorgermene” spiegò.
Perchè fu lui, nel 2003, a procurare una carta di identità falsa per Bernardo Provenzano, quando dovette curarsi in Francia.
Raccontano anche altro, i pentiti: della meschinità dei boss, dei capimafia. Che usano il senso dell'onore solo quando fa comodo. In realtà dediti al tradimento, alle faide, alle lotte di potere.
E questo aspetto fa emergere il lato “umano” dei capi mafia: i loro tick e le loro manie. Come diceva Giovanni Falcone “la mafia è un fatto umano, che ha un inizio e una fine”.
Il link della puntata di Blu Notte.
La puntata di Blu notte "mafia e politica".
Technorati: mafia, Blu notte, Carlo Lucarelli
23 ottobre 2009
Come voterò alle primarie
Per quale dei candidati, però?
Per farmi un'idea, mi sono riletto un vecchio articolo di Micromega del 2008, sugli inciuci tra destra e sinistra in tema di riforma della giustizia.
"Gli inciuci non finiscono mai" di Marco Travaglio
Un sunto.
Chi e’ stato il 1° a proporre di abolire l’azione penale obbligatoria?
VELTRONI
Chi ha avuto l’idea di svincolare la polizia dal controllo delle procure (cosi’ se la polizia che dipende dal governo non porta notizia di reato il Pm non si muove) ?
VIOLANTE
Chi ha proposto di riformare il Csm raddoppiando i membri politici?
Sempre VIOLANTE, il consulente “esterno” di Alfano (quello che sdogano’ i fascisti di Salo’, elogiò Almirante, riabilito’ Craxi, censuro’ i giudici per aver processato Andreotti ma attacco’ a testa bassa la Forleo, e disse che la magistratura “era troppo autonoma dal potere politico” E bisognava domarla!?
Sua e’ la bella idea del Csm diviso in 3, una parte nominata dai magistrati, una dal premier e una dal parlamento (dunque 2 parti politiche).
Chi ha attaccato l’Anm che si oppone alla riforma piduista e fascista della giustizia?
LA TORRE, vicecapogruppo del Pd al senato, gia’ indagato per aggiotaggio nella scalata al Corriere.
Chi si e’ mostrato consenziente al divieto delle intercettazioni?
Sempre LA TORRE, ben spalleggiato da Veltroni e soci.
Gli inciuci Pd-Pdl sono senza fine e provano che nel piano Gelli ci sono anche loro, con tutte le scarpe:
BASSOLINO che appoggia il miracolo della munnezza berlusconiana per avere un seggio europeo.
LA FINOCCHIARO che per la gioia che Schifani e’ eletto lo bacia di getto.
ENRICO LETTA che alla riunione trentina dei figli di papa’ affida un discorso sulla giustizia alla Buongiorno, l’avvocata di Andreotti.
FIORONI che mette sullo stesso piano Di Pietro e B come entrambi nemici del dialogo
FRANCESCHINI, quello che vuole un regime presidenziale forte, e presenzia il simposio di pregiudicati dell’Udc per parlare di “giustizia”.
Le vergogne del Pd sono senza fine, dalle scalate di D’Alema alla base militare di Vicenza costruita dalle Coop rosse, alla distruzione consenziente di qualunque cosa sappia di sx, agli attacchi alla magistratura, alle inchieste avocate, ai 98 miliardi di fisco rubati dai gestori delle lotterie….
Peccato che il rivale di Veltroni sia proprio quel D’ALEMA che ha già detto che riprendera’ l’orrenda bicamerale con B al punto in cui l’aveva lasciata!? Proprio quello che volevamo!?
La distruzione della democrazia perpetrata da destra e da sinistra!
Peccato che per completare la distruzione della Costituzione occorreranno i 2/3 del parlamento e sotto Veltroni saranno offerti aggratis.
Peccato che il sogno del Cavaliere (e di Licio Gelli) si realizzera’ proprio con l’aiuto della finta opposizione di Veltroni. La P2 ringrazia.
Stampa imbavagliata, magistratura dipendente, polizia allo stremo, precariato e disoccupazione galoppanti e tagli immani a tutti i servizi pubblici, a partire da scuola, sanita’, sicurezza e giustizia. Un delitto bypartisan!
Peccato che senza i loro voti il Cavaliere non andrebbe da nessuna parte ma glieli daranno, glieli daranno, cosi’ come glieli hanno dati sollecitamente per l’indulto, la distruzione della giustizia, gli sprechi e gli abusi, le impunita’, le liste bloccate, la glorificazione dei rei, la cacciata di De Magistris, il federalismo alla Bossi, la distruzione della magistratura, il Lodo Alfano e tutte le altre munnezze di Berlusconi.
L'articolo è del 2008, e c'era ancora Veltroni. Ma lo spirito rimane.
Per chi votare, dunque?
Per Bersani, dunque D'Alema? No.
Per Franceschini, dunque Veltroni? No
Rimane Ignazio Marino, di cui condivido molte delle sue idee, espresse nelle uscite teleisive, nelle interviste.
Magari non si fa troppo rispettare nelle arringhe televisive, ma imparerà.
Marco Travaglio Vs Maurizio Lupi sullo scudo fiscale
Lupi "Lei ha sempre la solita fortuna, da santo inquisitore, la protezione"
Travaglio "Lo scudo"
E ancora "Lei ha la coda di paglia"
Annozero Il posto fesso
Le misure messe in atto dal governo con i suoi decreti, sono state sufficienti, a tamponare la situazione?
Veramente l'Italia, come han detto in tanti, ne uscirà meglio e più rafforzata dalla crisi?
In prima serata, dopo Iacona e Presa Diretta, finalmente si parla di lavoratori in Cassa integrazione, di aziende che chiudono o che stanno spostando al'estero la produzione.
Come gli operai della Agile, della Magneti Marelli, che non prendono uno stipendio da luglio.
Come le persone della Metalli Preziosi, a spasso anche loro.
Il calzificio Ibc di Busto Arsizio, dove gli stessi operai hanno impedito che le calze prodotte uscissero dalla ditta. L'azienda prendeva contributi dallo stato, ma era in rosso e ora si vuole spostare il lavoor in Bosnia.
Un altro lavoratore della Alstom di Colleferro, sulla CIG "quello che uccide è star lì a non far niente .. fermo in Cassa integrazione".
La cassa integrazione è aumentata del 500% quasi, in un anno.
Il numero delle persone che si rivolge a strutture di carità per un pranzo è aumentato del 20%, in questo mesi.
E per gli imprenditori che vorrebbero continuare il lavoro in Italia, le porte chiuse delle banche, come per Giuseppe Pizzino, in sciopero della fame sotto la sede di Unicredit.
In studio a parlare di crisi e di scudo fiscale l'onorevole Maurizio Lupi, il senatore Ignazio Marino, i giornalisti Nicola Porro e Massimo Giannini.
Si partiva dalla difesa (d'ufficio) dell'operato del governo da parte di Lupi: i 9 miliardi messi per la Cassa Intefgrazione, gli aiuti alle banche del 2008 (quando le banche rischiavano il fallimento), i Tremonti Bond (non accettati dalle prime, forse per timore di un controllo da parte dell'esecutivo).
Peccato, ribatteva Marino, che i 9 miliardi provenissero dai fondi europei; che il numero delle persone in situazione di povertà oggi è di 8 milioni di persone; che compito del governo sarebbe stato anche quello di pilotare gli aiuti alle piccole e medie imprese.
E che i Tremonti Bond prevedessero dei tassi di interesse troppo alti.
Massimo Giannini, sul tema del posto fisso e della eliminazione della tassa Irap, ha tirato in ballo le elezini regionali future.
L'attuale politica attuata, di moderazione e di conservatorismo non ha dato i risultati, scontentando parte del suo elettorato (e su questo era d'accordo anche Porro del Giornale).
Che si aspettava una riduzione delle tasse.
Mentre in realtà il bilancio pubblico peggiora, la crescita non c'è stata e l'unica azione concreta è stata la Cassa integrazione in deroga.
E' vero che i consumi delle famiglie soco cresciuti, come anche il risparmio delle famiglie, come notava Porro, ma la situazione del lavoro è quella testimoniata dai servizi di apertura.
Cosa signidica il posto fisso (quello di cui parlano Tremonti e Berlusconi)?
Per Luigi significava tutto: quando lo ha perso, non ha retto al trauma e si è suicidato.
A Rocca Canavese il 2 dicembre partirà la mobilità dei 112 operai a 600 euro.
Lo scudo fiscale.
Formigli ha fatto parlare con la voce di Alessandro Haber un commercialista, uno di quelli che con lo scudo fiscale sta facendo affari.
Basta intestare i propri beni ad una fiduciaria, col conto in Lussemburgo, paga uno scudo del 5% e poi i soldi diventano puliti. Senza odore, nemmeno per la politica (infatti si parla di scudo bipartisan).
E, con lo scudo, non c'è la sicurezza nè che i soldi rimangano in Italia, nè che non provengano da reati come il traffico di droga o delle persone.
Con lo scudo fiscale ci guadagnano tutti: con buona pace di Lupi, che su questo punto si è scontrato con Travaglio, dandogli dell'irresponsabile per le sue parole. Lo scudo funziona bene solo sulla carta: in realtà veramente possiamo pensare che le banche riescano a fare da filtro, sui soldi della criminalità organizzata?
"Lo scudo è un mostro ... ma non un brutto mostro" la considerazione di Porro: servivano quei miliardi ora e subito, perchè altrimenti non si sarebbe nemmeno riusciti a trovare i soldi per coprire i servizi.
Vero: ma allora come mai non si sono bloccati i progetti per il ponte, per il nucleare?
Come conciliare la crisi con la gestione Alitalia? Con i debiti ripianati a Roma e a Catania?
"Questa legge non premia i mafiosi, gli speculatori" gridava Lupi
"E ci mancava anche questo", la risposta di Giannini.
Perchè i soldi dello scudo, sono in realtà una specie di concorrenza sleare contro le aziende, magari piccole, che con fatica cercano di andare avanti.
Come le imprese nel varesotto, come quella di Tiziano Carlotto.
"C'è la crisi? Che si vendano la casa in montagna" aveva risposto loro il ministro Roberto Castelli.
Nel serbatoio della Lega, le cose non vanno bene.
Ma il momento migliore è stato il battibecco Travaglio-Lupi, dopo il suo editoriale, persino orgoglioso di aver firmato una legge del genere.
"Finalmente si inizia la lotta all'evasione fiscale dura" - sempre Lupi. Con lo scudo fiscale? Cos'è? Una specie di cura oemopatica?
Le procure antimafia non hanno più le password per accedere all'anagrafe dei conti e dall'altra parte si scudano i capitali esteri senza nessuna certezza (se non la loro parola) che a rientrare non saranno solo i soldi dell'evasione?
Questa legge favorisce le mafie? Non è anti italiano chiederselo.
Il sito della puntata.
Le vignette di Vauro.
Technorati: Annozero
Fino all'ultimo sangue
Che la campagna per le regionali del 2010 sarebbe stata una battaglia fino all'ultimo sangue, lo sapevamo.Ma forse noi, e nemmeno Marrazzo, governatore del Lazio, si sarebbe immaginato uno scandalo del genere.
4 carabinieri arrestati perchè lo avrebbero ricattato, con un video in cui apparirebbe in atteggiamenti intimi.
Marrazzo era già finito in una storia di spionaggio, ai tempi della passate elezioni regionali, ad opera di Storace.
22 ottobre 2009
Apologia di reato su internet
Altra considerazione: "Non mi capacito - ha detto ancora - che qualcuno possa ipotizzare l’omicidio del premier"
Vi ricordate quanto Berlusconi stesso aveva parlato di regicidio nei confronti di Prodi (per tornare al governo)?
Teatrino
Il CSM tutela il giudice Mesiano. Alcuni esponenti dell'opposizione addirittura ritengono che indossando un calzino, abbiamo la coscienza a posto.
Lo stesso CSM che ha trasferito i pm di Napoli, Nuzzi e Verasani, che indagavano sui colleghi di Reggio. Le inchieste Why not e Poseidone.
La stessa opposizione che, in parte silente, in parte furente, condannò le indagini di De Magistris, parlò di guerra tra procure, censurò le azioni dei magistrati (i casi Forleo, De Magistris).
La stessa opposizione che all'epoca espresse solidarietà al ministro Mastella e moglie, per l'inchiesta che è andata avanti, con la richiesta di divieto di dimora di Sandra Lonardo in Campania.
Povero sud, povera opposizione. Povera Campania, costretta a chiedersi se sia meglio Bassolino o Cosentino (possibile candidato PDL in Campania).
Che brutto teatrino, in questo paese della corruzione, dove ci indigna di una pagina su Facebook. E un pò meno di tutte le rivelazioni sul papello.
PS oltre al gruppo contro il premier ("UCCIDIAMO BERLUSCONI") , esistono anche gruppi come questo, "Uccidiamo tutti quelli che vogliono uccidere Berlusconi".
C'è questo che chiede "AIUTIAMO SILVIO AD UCCIDERE WALTERONE MAIALONE". Opposti estremismi?
La rizzagliata di Andrea Camilleri
Il romanzo più politico di Andrea Camilleri che, partendo da un fatto di cronaca, disegna tutta la tela di inganni, doppi giochi, interessi, cordate per il raggiungimento del potere, il "tu dai una cosa a me che io do una cosa te" di tutti i gruppi di potere della società.
Un gioco al ricatto, alla conquista del potere, all'asservimento del più forte (ma sempre pronti al cambiare casacca se all'orizzonte si profila il cambiamento) che coinvolge il sistema dell'informazione, pezzi di magistratura e delle forze dell'ordine, i poteri forti intesi come le banche, le lobbies.E i capibastone della politica locale: il senatore amico di, il caro onorevole ...
"occulte geometrie e delle segrete intese fra poteri forti trasversali alle colorazioni stinte dei partiti; degli strusciamenti della corruzione; delle collusioni mafiose; dei vari gradi di perversione del linguaggio velato o atteggiato, elusivo o reticente, ossequioso o intimidatorio"
Un romanzo asciutto, veloce, senza passioni: come si dice nel risvolto di copertina, in questa storia Montalbano non ci accucchia per nulla. Una storia che ricorda da vicino i tanti fatti di cronaca (tanto per citarne uno l'omicidio di Garlasco, ma potremmi ritirare fuori l'omicidio di Wilma Montesi): muore una ragazza, Amalia Sacerdote, figlia del presidente del Consiglio regionale siciliano.
I sospetti si concentrano subito e solo sul fidanzato, Manlio Caputo, figlio del potente politico Caputo.
"Qualcuno, in alto, ha lanciato il rezzàglio, la rete da pesca. E ha tirato su il bottino che gli premeva. «Ittari nna rizzagghiata», dicono i vecchi dizionari fraseologici del dialetto siciliano, significa «non lasciar uscir di mano nulla, né perdere occasione alcuna di qual si voglia poca importanza ch’ella si sia». La verità è confezionabile, come qualsiasi menzogna. La verità autentica trova spazio solo nell’utopia fantascientifica della letteratura. "
La storia è raccontata con gli occhi del direttore di una testata del TG Rai regionale, Michele Caruso. Un rizzagliata, appunto: dove alla fine, qualcuno avrà da guadagnarci, e qualcuno da perderci.A chi importa scoprire la verità vera? Chi ha ucciso Amalia?
Il sito di Vigata e la pagina dedicata al libro.
Il link per ordinare il libro su ibs.
La scheda del libro sul sito di Sellerio.
Technorati: Andrea Camilleri
21 ottobre 2009
I principi del downshifting
Il work life mix.
Il gioco è questo: mi preparo psicologicamente ed esistenzialmente sl cambiamento, a una nuova vita. Nel frattempo risparmio (divertendomi) per svincolarmi dal lavoro tradizionale. Sempre parallelamente imparo o mi specializzo nelle mie passioni, per guadagnare (da subito) e per dedicarmici a fondo (poi). Lascio il lavoro e vivo nel concerto tra i miei risparmi e lavori più semplici, che siano le mie passioni o meno, con cui integro i denari di cui ho bisogno.
La solitudine:
L'epoca pullula di gente che sa stare da sola. Spero che nel grande caderone del downshifting ci sia spazio anche per una nuova solitudine, scelta e non imposta, fatta di amici, di fidanzati, di gente che ci vuole bene, cui possiamo volerne ancora di più, con cui comunicare su basi nuove, senza il bisogno di stare sempre insieme, ma con gran desiderio di condividere una vita degna di essere chiamata tale.Non sarà importante fare una cosa o l'altra, ma che quel che si fa sia autentico e abbia senso.Il male di quest'epoca non è lo star poco insieme, non è comunicare poco, bensì il fatto che si sta poco con se stessi, e che dunque si comunica male. Sulla via dell'autenticità e della ricerca di senso c'è assai più il bisogno di riconettersi con se stessi, ognuno con se medesimo, che non con gli altri.
Il gruppo su Facebook.Il sito delle sue recensioni "di vela".
Il sito di Simone Perotti.
Technorati: Simone Perotti, downshifting